Le voci, a dirla tutta, circolavano già da un po’, tanto che in molti erano ormai convinti che il 2020 avrebbe visto una nuova Yamaha R1.
Quel che nessuno aveva previsto, era che il nuovo modello sarebbe stato svelato in un sabato pomeriggio di metà luglio, quattro mesi prima della vetrina dell’Eicma. Una mossa furba e in controtendenza, che ha garantito a Yamaha le luci della ribalta sui social e un vantaggio sui concorrenti in termini di mercato. Sì, perché la nuova moto sarà disponibile già dal prossimo mese di settembre.
Aerodinamica ed Euro 5
Ma cosa cambia esattamente nella nuova YZF-R1? Innanzitutto l’estetica, con un frontale completamente rivisto e che ora assomiglia ancor più alle M1 della MotoGP. Ma la ragione del restyling non è stata solo estetica, visto che Yamaha sottolinea come l’efficienza aerodinamica sia cresciuta del 5%, a vantaggio della velocità sul dritto.
Le novità si spingono però anche nel profondo, a partire dal quattro cilindri in linea “crossplane” da 998cc, che guadagna nuovi bilancieri a dito, diversi profili delle camme, iniettori nuovi e riposizionati, camere di combustione ridisegnate dal lato di aspirazione e un sistema di lubrificazione ampiamente rivisto.
Il risultato? A fronte di una potenza massima dichiarata rimasta invariata a 200cv, il CP4 è il primo motore supersportivo a poter vantare l’omologazione Euro 5. Un traguardo da non sottovalutare, anche se non particolarmente emozionante dal punto di vista di noi smanettoni.
Yamaha R1 2020: ritocchi elettronici e ciclistici
A gestire il propulsore rivisto arriva un nuovo sistema per l’acceleratore elettronico YCC-T, nell’ottica di un miglior feeling restituito al polso destro, e pure il resto del pacchetto elettronico è stato aggiornato. Al centro di tutto c’è ancora la piattaforma inerziale a 6 assi, ma accanto ai sistemi già disponibili (compreso il controllo di derapata separato dal TC) si aggiungono un nuovo cornering ABS regolabile su due livelli (Brake Control) e la possibilità di regolare su tre livelli il freno motore (Engine Brake Management).
Dal punto di vista ciclistico, invece, gli affinamenti sono concentrati all’anteriore. La forcella Kayaba con steli da 43mm ha nuove valvole di smorzamento lamellari, una molla leggermente più morbida e un diverso livello dell’olio. Tutto questo con l’obiettivo di aumentare la confidenza nell’avantreno. Cambiano inoltre la taratura dell’ammortizzatore di sterzo, le gomme di primo equpaggiamento, che diventano Bridgestone RS11, e le pastiglie dei freni, caratterizzate da un materiale d’attrito più aggressivo.
R1M evoluta
L’opera di aggiornamento non ha tralasciato la pregiatissima e numerata versione M, che alle novità della R1 aggiunge un nuovo codone in fibra di carbonio, che completa così la carenatura nello stesso materiale. Più succulenta è però la nuova forcella Öhlins ERS NPX pressurizzata a gas, che va così a elevare ulteriormente il livello delle sospensioni semiattive svedesi di ultima generazione.
Per chiudere, se come noi siete curiosi di scoprire quanto sia cambiata la R1 alla prova dei fatti, sappiate che non dovrete aspettare molto. Vi racconteremo tutto già sul numero di ottobre di SuperBike Italia.