Manca davvero poco all’esordio della Yamaha R7 Cup 2022, il campionato monomarca della Casa di Iwata con protagonista proprio lei: la nuova R7. Si tratta di una prima assoluta per il trofeo e, proprio per questo motivo, c’è un clima di grande attesa. I semafori si spegneranno domenica 24 aprile sulla griglia di partenza del Cremona Circuit, teatro del primo appuntamento stagionale (22-24 aprile). Seguirà poi la tappa di Misano (10-12 giugno), che si svolgerà all’interno del programma del Campionato del mondo Superbike, e le due gare sul circuito del Mugello: la prima nel weekend del 2-3 luglio e la seconda in quello del 27-28 agosto. Proprio come per la R3 Cup, inoltre, i primi tre classificati al termine della stagione potranno accedere alla SuperFinale Europea; con quest’ultima che si disputerà durante un weekend del WSBK: una vetrina decisamente niente male.
Per capirci di più, e avere le idee chiare riguardo a tutti i particolari della Yamaha R7 Cup 2022, abbiamo deciso di fare una chiacchierata con Luca Lussana, Racing Coordinator di Yamaha Italia; in pratica, colui che si occupa di tutte le attività racing della Casa di Iwata a livello nazionale. Con lui abbiamo parlato dell’idea all’origine di questo progetto, a chi è rivolto il trofeo, come saranno le R7 in griglia, come sono organizzati i weekend di gara e di tanto altro ancora.
Eccovi dunque l’intervista completa del nostro Aigor a Luca, con tutte le delucidazioni in merito al campionato.
Intervista a Luca Lussana, Racing Coordinator di Yamaha Italia
Bene Luca, prima domanda che ti pongo: da cosa nasce l’idea da parte di Yamaha di dare vita alla R7 Cup 2022? Io che ho una certa età, mi ricordo i mitici tempi dell’R6 Cup, con le griglie piene…
“Innanzitutto, il concetto che ci muove è un po’ anche questa nostra storicità nell’organizzare trofei. Visto l’andamento di mercato negli anni recenti, in cui ci sono stati un po’ di rallentamenti, ci siamo concentrati soprattutto sui giovani con l’R3 Cup. Ma ora con l’arrivo della nuova R7, per le sue caratteristiche tecniche e per il suo collocamento come fascia, prezzo, potenza e bilanciamento, ci siamo resi conto che è una moto dal potenziale davvero molto interessante, che può andare a soddisfare quella fascia di clienti che vogliono divertirsi in modo accessibile. Proprio da lì è nata l’idea di tornare a fare una bella ‘Cup’ come sappiamo fare noi e mettere in pista i nostri clienti che vogliono divertirsi.”
Anche perché io, guidando con l’R7 standard (qui trovate la prova completa di Aigor), ho notato che c’è una grossa differenza rispetto alle entry-level degli altri marchi, con queste ultime che sono proprio motorette stradali; invece l’R7 come ciclistica e impostazione è molto più sportiva e focalizzata.
“Hai colto proprio nel segno. Dopo che sono arrivati i primi prototipi, i primi esemplari sul mercato, infatti, hanno cominciato a girarci i piloti, e il feedback che abbiamo avuto è stato proprio questo. La moto è divertente, facile, ti dà sicurezza e quindi è veramente un prodotto che merita di essere portato anche in pista. E questo è stato uno stimolo in più per andare avanti con il progetto della R7 Cup.”
Tutto chiaro. Ma quindi a chi si rivolge esattamente l’R7 Cup?
“Diciamo che l’obiettivo è andare a stimolare quei clienti che hanno sempre corso, hanno frequentato l’ambiente del motorsport ed erano magari un po’ sopiti. E quindi risvegliare in loro la voglia di andare in moto in modo accessibile e facile. Insomma, quella fascia che potremmo definire come ‘Gentlemen riders’; quindi piloti che non hanno velleità di andare a fare il Mondiale ma si godono la pista e hanno la passione per la pista. Che vogliono provare quell’adrenalina che solo le competizioni sanno dare. Questi sono i nostri piloti da Yamaha R7 Cup 2022.”
Eh sì, anche perché con le mille di adesso servono delle capacità che non tutti hanno…
“Sì, assolutamente. Per una persona media, che ha gli impegni lavorativi, quindi durante la settimana o durante il weekend non ha sempre la possibilità di potersi allenare, salire su una mille è un impegno non da poco. Anche solo la preparazione fisica ti mette in difficoltà. L’R7, invece, per le sue caratteristiche, per il suo bilanciamento e per la sua potenza è una moto che ti consente di salirci nel fine settimana, di divertirti senza avere il problema di gestire 200 e passa cavalli, che richiedono un impegno e una dedizione diversa.”
Certo. E per quanto riguarda invece il discorso propedeutico, il salire di categoria, tu la vedi come un’opportunità anche per i giovani?
“In questo momento per i giovani abbiamo un chiaro progetto, che è quello dell’R3 Cup, proprio perché fino ad ora quella era la moto più propedeutica. Dovremo però stare molto attenti alle evoluzioni, perché l’R7 potrebbe diventare un altro ulteriore tassello importante come passo successivo”.
Spostiamo invece l’attenzione sulla moto: mi puoi dire, più o meno, peso e cavalli dell’R7 in configurazione da gara?
“Per adesso non posso ancora darti una risposta precisa. Posso però dirti che l’idea alla base è quella di tenere la moto il più standard possibile, proprio per avere un approccio non troppo oneroso. Di conseguenza, concediamo solo lo scarico aperto. La centralina e tutto il resto, invece, devono rimanere standard. Per questo non abbiamo ancora un effettivo standard finale”.
Per quanto riguarda i weekend di gara, come sono organizzati?
“Il venerdì ci sono dei turni di prove facoltative. Chiaramente noi ci affidiamo a un promoter, a un’organizzazione che è in pista e dà la possibilità ai piloti che lo desiderano di fare dei turni acquistabili a pagamento. Quindi il venerdì il pilota può farsi dei turni per prendere confidenza con il circuito, però non è obbligatorio. Il sabato, invece, ci sono i due turni di qualifica. La domenica mattina il warm-up e poi nel prosieguo della giornata – a volte sarà tarda mattinata o magari al pomeriggio – c’è la gara vera e propria.”
Quindi in teoria con un treno di gomme si fa anche tutto il weekend?
“Stiamo tenendo sotto osservazione la situazione con Pirelli, perché potrebbe essere che in particolari condizioni non sia neanche necessario cambiare più di tanto le gomme. Proprio perché per prestazioni delle gomme e bilanciamento generale della moto potrebbe anche essere sufficiente un treno di gomme. E questo sempre nell’ottica di non spendere più del dovuto”.
A proposito di questo tema, avete più o meno idea di quanto potrà costare una stagione di gara?
“A tal riguardo ci sono molte variabili. Diciamo che se mettiamo assieme moto, allestimento e tutto, siamo tra i 13 e i 15mila euro. Poi c’è il pilota che si presenterà da solo con l’amico meccanico, che quindi avrà un budget che riguarderà solo la trasferta; chi invece si affiderà a un servizio superiore, chiaramente vedrà alzarsi un po’ i costi. Per questo motivo è molto variabile, non c’è un costo standard”.
Un’altra cosa: è possibile iscriversi solamente per il campionato intero o si possono fare wildcard e partecipazioni singole?
“Abbiamo due formule: la formula classica in cui il pilota si iscrive a tutto il campionato e quindi prende il suo posto in griglia e concorre al montepremi finale. Il quale consiste nell’invito alla SuperFinale Europea: i primi 3 di campionato andranno a Barcellona a giocarsi la finale e a difendere i colori dell’Italia, incontrandosi con tutti gli altri trofeisti di Francia, Spagna e Germania. Quindi sarà una bella sfida, tra l’altro inserita all’interno di una tappa del Mondiale Superbike: sicuramente un premio ambito da tanti per quello che è il suo valore di coinvolgimento.”
“Altrimenti si può fare la wildcard, e naturalmente la wildcard non prende punti. Inoltre, abbiamo anche deciso di aprire a una formula Team/Dealer, perché c’è tanto interesse per poter fare anche solo qualche gara. Quindi con questa formula è un nostro dealer o un team che prende la griglia e poi ad ogni gara invita un pilota diverso. Questi, chiaramente non concorreranno per la SuperFinale, ma potremo avere comunque ulteriori piloti che si cimentano nella competizione.”
Ecco, proprio a proposito dei piloti, più o meno avete idea di quanti saranno i partecipanti?
“La nostra idea sarebbe di non arrivare ai 40, perché ci sono i pro e i contro. In generale, posso ipotizzare circa 25 piloti permanenti più una decina di wildcard. Proprio per non caricare troppo e avere trenini”.
Perfetto. Un’ultima domanda: le gare da quanti giri saranno composte?
“Dieci giri. Poi in alcuni circuiti potranno esserci anche uno o due giri in più. Dipenderà un po’ dalla pista.”