Il numero di SuperBike Italia di maggio-giugno 2020, in edicola in questo momento, non è come tutti gli altri. Anzi, in un certo senso è unico: è il primo numero “doppio” in oltre 20 anni di storia di questa rivista. Il motivo? Ovviamente ha a che fare con il coronavirus e con le conseguenze di un’emergenza mai vissuta prima dal mondo moderno. Per spiegarvi questa scelta, tuttavia, abbiamo pensato di riportare anche qui sul sito l’editoriale del nostro Direttore Aigor. Buona lettura!

Il gioco preferito

Igor Berzi - Direttore di SuperBike Italia

Il direttore Aigor nella sua seriosa tenuta da Spiderman

Ebbene sì. Dopo oltre 20 anni di pubblicazione, con 250 numeri di SuperBike Italia arrivati puntualmente in edicola senza perdere un singolo mese, ci voleva proprio una pandemia globale per farci saltare un’uscita. Quello che avete tra le mani, infatti, è SuperBike Italia di maggio-giugno, mentre il prossimo numero sarà quello di luglio – due fascicoli in tre mesi dunque, che in ogni caso non andranno a discapito degli abbonati, visto che la loro sottoscrizione verrà automaticamente prolungata rispettando la scadenza dei 12 numeri.

È stata una scelta difficile, su cui abbiamo riflettuto parecchio, ma che alla fine crediamo sia stata quella giusta. Pur lavorando prevalentemente da casa per rispettare le indicazioni governative, ad aprile, in teoria, avremmo anche potuto uscire per svolgere le nostre prove in moto, appartenendo a una delle categorie autorizzate nonostante il lockdown.

Ma considerando la gravità della situazione, soprattutto durante il periodo di picco della pandemia in Italia, abbiamo pensato che sarebbe stato più opportuno e rispettoso prenderci un momento di pausa coi test. E a quel punto le alternative erano: 1) sbatterci come pazzi (visti comunque i problemi e i rallentamenti che comporta riorganizzare il lavoro di una redazione in smart working) per portare in edicola un numero di maggio in tono minore, senza nemmeno una prova “fresca” e gonfiato con un bel po’ di inevitabili riempitivi; 2) aspettare qualche settimana, per dare almeno tempo agli ospedali di alleggerirsi e alla situazione di stabilizzarsi, e poter così svolgere una comparativa (che originariamente avevamo in programma per fine marzo), senza l’ansia di stare facendo qualcosa di irresponsabile e irrispettoso.

Come avrete capito, abbiamo optato per la seconda alternativa, e ora eccoci qui, con SuperBike Italia di maggio-giugno tra le mani. A nostro parere è un numero ricco e interessante come dovrebbe essere, e sicuramente all’altezza degli standard di passione ed entusiasmo a cui vi abbiamo sempre abituato. Il tutto, ovviamente, nella speranza che la situazione possa tornare alla normalità nel più breve tempo possibile, e che le nostre uniche fissazioni tornino a essere robe del tipo la scelta delle migliori gomme per girare più forte al Mugello, o dello scarico più rumoroso per annunciare il proprio arrivo al bar degli smanettoni.

In conclusione, prima di lasciarvi alla lettura del giornale, concedetemi giusto qualche riga per esprimervi quello che io e Lore abbiamo provato, tornando in moto dopo quasi due mesi, per la comparativa delle naked europee che trovate in questo numero.
Ultimissimi giorni di aprile. Quella mattina eravamo partiti con un po’ di timore, praticamente all’alba. Guanti, mascherine, documenti, autorizzazioni, gel disinfettanti in ogni tasca… Poi, col passare delle ore, la tensione si è sciolta. Man mano che macinavamo chilometri abbiamo iniziato a rilassarci, fino a che non siamo arrivati sulle nostre strade da pieghe preferite e, con la scusa del test, siamo tornati finalmente a fare quello che più ci piace – guidare delle moto sportive nel loro contesto ideale.

Ed è stato bellissimo.
Ogni cosa è andata alla perfezione, tanto che verso le due di pomeriggio avevamo già finito tutto – shooting fotografici, video, impressioni sulle moto, ecc. – e sapendo di avere circa 200km da percorrere per ritornare in redazione, normalmente avremmo alzato i tacchi e ci saremmo messi sulla via del ritorno. Beh, non questa volta. Abbiamo salutato il fotografo, ma noi ce ne siamo rimasti lì, a fare avanti e indietro nell’entroterra ligure fino alle sette di sera, con la scusa di provare meglio le moto, di approfondire le impressioni, ma in realtà solo per continuare a godere di uno di quei piaceri che fino a poche settimane fa davamo per scontato, e che solo ora capiamo quanto fosse prezioso per il nostro benessere – fisico e mentale.

Per la cronaca, siamo arrivati in redazione alle nove di sera. Letteralmente distrutti dopo un’intera giornata di pieghe e ingarellamenti. Ma felici come bambini che, per qualche motivo, hanno improvvisamente riscoperto quanto sia bello il loro gioco preferito.

Aigor