Nel 2013 Yamaha inaugurò il filone “Dark Side of Japan” con la prima MT-09: un’inedita funbike tricilindrica che avrebbe rivoluzionato il segmento delle medie naked. È vero, la prima versione aveva ancora qualche difetto, ma col prezzo a cui la portate a casa oggi, vi rimane abbastanza budget per renderla un gioiello…

Testo: Jon, Aigor Foto: Archivio SBI

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Se parliamo di storia del motociclismo, il 2013 verrà ricordato come il momento in cui Yamaha presentò la prima MT-09. Una naked dall’impostazione vagamente motard, spinta da un inedito propulsore 3 in linea, che avrebbe profondamente influenzato la successiva evoluzione di tutte le medie senza carene. Insieme alla bicilindrica frontemarcia MT-07, la 09 non solo diede un immediato, radicale impulso ai numeri di vendita di Yamaha, ma contribuì decisamente anche a risollevare la reputazione della Casa di Iwata. Reputazione che dalla fine del decennio scorso si era un po’ offuscata agli occhi degli amanti delle moto emozionali.


Al di là della storia del “Dark Side of Japan”, con cui è stata identificata fin dall’inizio la famiglia delle MT (per evocare l’idea di naked un po’ sopra le righe, nate prima di tutto per eccitare), l’impatto che questa brillante tre cilindri ha avuto per Yamaha a metà del decennio scorso è paragonabile solo a quello della RD350LC negli anni 80. Aggressiva, fuori dagli schemi e divertentissima da guidare; la MT-09 è una di quelle moto che vi mettono a rischio la patente e vi spingono a fare cose stupide ogni volta che la usate. Cosa la rendeva così speciale? In breve, il motore CP3 che, in tutta onestà, aiutava a soprassedere su alcuni non trascurabili difetti che la MT aveva nella sua prima incarnazione.

Il motore della prima Yamaha MT-09: un tricilindrico inedito

Nell’ambiente si capì subito l’importanza del motore CP3. Era stato disegnato da zero e annoverava caratteristiche inedite e innovative (tra cui la particolare fasatura derivante dall’albero crossplane), dimostrando non solo che Yamaha aveva rialzato la testa dalla crisi economica del 2007 (particolarmente problematica per le Case giapponesi), ma che era un’azienda disposta a correre rischi. Inoltre, cosa tutt’altro che scontata per un marchio del Sol Levante, era anche attenta a ciò che di buono faceva la concorrenza.

€4.400-€6.000
Quotazioni della prima Yamaha MT-09 (2013-2016)

Per capirci, dopo che la Triumph Street Triple 675 aveva fatto terra bruciata nella classe delle medie naked, a Iwata avrebbero potuto accontentarsi di aumentare la cilindrata del 4 in linea della FZ8 (come Kawasaki ha fatto con la serie Zeta), per ottenere un risultato sicuro a costi contenuti. E invece, nonostante il contesto economico ancora incerto, decisero di mettere i loro progettisti davanti a un foglio bianco, dandogli come obiettivo quello di… Tirare fuori qualcosa di fenomenale. Obiettivo raggiunto? Altroché: il CP3 Yamaha è tuttora considerato uno dei migliori propulsori del panorama motociclistico, e ve ne spieghiamo i motivi.

Sound e risposta al comando del gas

Iniziamo dicendo che anche al minimo il tre cilindri da 847cc suona aggressivo e dà l’idea di avere un gran carattere. Basta infatti un veloce colpo di gas per sperimentare una risposta immediata e vedere i giri salire con una rapidità inusuale per un motore da media naked. E il meglio deve ancora arrivare.

Una volta in movimento la risposta all’acceleratore è fulminea – fin troppo a essere sinceri. Ecco, questo probabilmente è il primo difettuccio della MT: quando si passa da gas completamente chiuso a parzializzato, la potenza (o più precisamente la coppia) arriva con una certa cattiveria, il che rende la vita in sella alla 09 un po’ complicata alle basse andature, in particolare nella mappatura più diretta dell’acceleratore – che risulta quasi inutilizzabile nel 90% delle situazioni. Non che sia un problema insopportabile, sia chiaro, ma è fastidioso dover stare attenti a muovere sempre il polso destro col massimo garbo pure quando si vorrebbe trotterellare in relax. A tal proposito, una rimappatura della centralina, anche mantenendo lo scarico di serie, risolve in buona parte la questione, rendendo la MT più progressiva e piacevole da guidare.

Spinta impressionante e personalità

Superate le andature da traffico cittadino, comunque, il motore riesce a mettere in mostra le sue fenomenali doti. Strabordante di grinta e coppia a qualsiasi regime, il tricilindrico Yamaha ha un carattere molto diverso da quello del 675cc Triumph, che pur vantando una buona schiena ai medi, rende al meglio soprattutto quando lo si tira verso la zona rossa. Nulla di tutto questo sulla MT, che mette sul piatto una spinta impressionante da 3.000 a quasi 9.000 giri, senza buchi, debolezze o bruschi picchi di potenza. Il tutto offrendo anche una bella personalità, che vi gratifica quando vi viene voglia di far cantare il motore, invece di limitarvi a sfruttare l’onda di coppia per uscire dalle curve con una marcia in più.

Come non bastasse, quando lo strapazzate come si deve, il CP3 offre un gran bel sound. Se poi siete fan delle pratiche teppistiche, sappiate che la sua erogazione superfluida è quanto di meglio possiate desiderare per garantirvi impennate facilissime pure se non siete dei fenomeni in materia.

Guida particolare

Non è tutt’oro quel che luccica però, e questo ci porta al difetto principale della prima Yamaha MT-09… La Casa di Iwata aveva pensato la MT come una via di mezzo tra una supermotard e una naked, dotandola dunque di un baricentro più alto, postura quasi del tutto eretta e sospensioni a corsa leggermente più lunga rispetto alla media delle rivali naked. Questo è sì un vantaggio quando si parla di comodità per il pilota nell’uso di tutti i giorni e capacità di assorbire le irregolarità dell’asfalto; tuttavia, quando il ritmo comincia a salire la MT fa emergere i suoi limiti ciclistici, sotto forma di trasferimenti di carico accentuati e non sempre controllati quando ci si attacca ai freni in ingresso e si spalanca in uscita.

La prima Yamaha MT-09: il comportamento delle sospensioni

Forcella e mono morbidi e dotati di ampia escursione fanno muovere la moto, diminuendo di conseguenza la fiducia che la MT-09 trasmette in curva. E questo soprattutto nel momento in cui si mollano i freni una volta impostata la piega e l’avantreno si estende troppo velocemente. Il problema diventa evidente nel confronto con la Street Triple, nettamente più stabile e affilata. E nonostante all’inizio il comportamento della Yamaha risulti comunque gestibile, quando il gioco si fa duro, questa sensazione di cedevolezza diventa irritante, visto che dà l’impressione di stare guidando una moto con grandissime potenzialità, rallentata da sospensioni non proprio azzeccate.

Anche qui, parliamo di una situazione risolvibile con un kit di sospensioni aftermarket. E se è vero che la prospettiva di dover aggiungere altri soldi al prezzo di acquisto di una moto usata non piace a tutti, una volta messi a posto i difetti della MT, quello che si ottiene è un vero gioiello di funbike. E una naked che, grazie al suo incredibile motore, è in grado di giocarsela anche con molte avversarie supermedie dei giorni nostri.

Quindi, vale la pena?

Dato che la terza generazione di MT-09 ha appena cominciato a percorrere le nostre strade, se il vostro budget non è sufficiente per puntare al nuovo, non c’è momento migliore per considerare l’acquisto di un esemplare di un po’ di anni fa. Sì, è vero che la prima versione (e in maniera minore anche la seconda) è leggermente svantaggiata dalle sospensioni molli e ad ampia escursione. Tuttavia, se si considera il fatto che è possibile accaparrarsi un esemplare ben tenuto per poco più di 4.000 euro, vi rimane il denaro necessario da investire in sospensioni di buon livello (o in una modifica delle originali), che è tutto ciò che serve per risolvere i problemi della MT-09.

Una volta messo a posto l’assetto, non vi resterà che godervi il fantastico tre cilindri Yamaha in qualunque modo vi verrà in mente. Il che con ogni probabilità significherà sulla sola ruota posteriore per la maggior parte del tempo, con un ghigno eccitato stampato in faccia e la viva speranza di non vedere alcun lampeggiante blu comparire nello specchietto…

A COSA FARE ATTENZIONE

Scarico

Lo scarico della prima Yamaha MT-09 è strozzatissimo e il sound (e le prestazioni) ne risentono. È un pezzo unico quindi per liberare davvero il motore è necessaria una sostituzione completa, alla quale conviene unire una rimappatura. Attenzione: con lo scarico aperto la 09 diventa davvero molto rumorosa, quindi sappiate che sarete a rischio in caso di controlli.

Centralina

Yamaha ha modificato le mappature sulla centralina della MT-09 a seguito delle lamentele per la risposta brusca ai comandi del gas. Tutte le moto costruite dopo il 2013 hanno le mappature aggiornate, che sono leggermente più raffinate rispetto ai modelli precedenti. È comunque possibile aggiornare le mappature anche su moto più vecchie: Yamaha dichiara che si tratta di un processo irreversibile, ma vale la pena farlo.

Elettronica

La possibilità di scegliere la prontezza di risposta del gas tra tre livelli è sempre stata di serie (grazie alla presenza dell’acceleratore ride by wire), mentre sulle prime MT-09 l’ABS (diventato standard dal 2017), era un optional.

Forcella

La prima generazione della 09 ha regolazioni per ritorno e precarico. Come per il mono, il livello non è eccezionale e la lunghezza oversize degli steli, in stile vagamente motard, non fa che accentuare i trasferimenti di carico. Vale la pena investire in un kit idraulico che risolve gran parte del problema. È anche possibile ricostruire completamente la forcella con interni Öhlins, ma è probabilmente fin troppo per una moto di questo tipo.

Monoammortizzatore

Punto debole riconosciuto della prima MT, il mono di serie è molle e poco frenato. Sostituirlo con un’unità aftermarket è un’ottima scelta che trasforma letteralmente la guida della 09. State attenti che non ci siano leveraggi consumati sulle moto più vecchie, in Yamaha sono stati un po’ tirchi col grasso in fase di assemblaggio.

Finiture

La MT è una moto di fascia media e ci sono alcune zone in cui la finitura non è il massimo. La corrosione delle parti metalliche esposte è abbastanza comune se la moto è stata poco curata, quindi compratene una in buone condizioni e usate molto spray protettivo.

Aggiornamenti

La MT è stata aggiornata nel 2017 con una nuova estetica, nuove sospensioni, ABS di serie, cambio elettronico in salita e traction control. La forcella su questa versione è completamente regolabile (compressione su uno stelo, estensione sull’altro); l’ammortizzatore è stato migliorato e la risposta ai comandi del gas è più dolce. I prezzi dell’usato partono da 7.000 euro. Nel 2021 è invece arrivata una MT-09 tutta nuova (potete leggere la nostra prova del modello 2021 cliccando qui) con ciclistica rivista, motore con cilindrata aumentata a 889cc, strumentazione TFT, cambio elettronico con blipper in scalata e centralina inerziale a sei assi.

Versione Street Rally

Nel 2014 Yamaha ha presentato la MT-09 Street Rally. Le differenze rispetto alla versione base sono solo estetiche; e a dirla tutta, non è che siano tanto piaciute, visto che se ne sono viste poche in giro. Casomai ne trovaste una, sappiate che le quotazioni non sono più alte di quelle della MT-09 standard.