Tra i pochi materiali di consumo presenti all’interno di un motore ci sono le candele, così piccole e nascoste che è facile dimenticarsi della loro esistenza. Non durano all’infinito però: sostituirle è facile e veloce se si sa come farlo correttamente.
I motociclisti del ventunesimo secolo sono ormai ben abituati ad usare moto molto affidabili, specialmente quando si tratta di impianti elettrici, pressoché privi di manutenzione. In particolare, l’impianto di accensione è stato molto semplificato rispetto a ciò che si trovava sulle moto di qualche decennio fa. C’era da preoccuparsi delle condizioni di vari dispositivi tipo ruttori, condensatori, cavi ad alta tensione, e cose del genere; mentre le moto di oggi usano sistemi di accensione transistorizzata, affidabilissimi e integrati nella centralina di gestione del motore. Alla fine, c’è solo un componente che ha bisogno di manutenzione: la candela di accensione.
In un moderno motore a quattro tempi la sua durata è abbastanza ampia, e una semplice ispezione è sufficiente per scoprire eventuali problemi. Bisogna comunque tenere sempre presente che un set di candele nuove può migliorare l’erogazione di potenza di un motore specie se con molti chilometri alle spalle.
È un lavoro mediamente semplice, a patto di procedere con ordine e pazienza. Per sapere quando sostituirle basta consultare il manuale per gli intervalli raccomandati di ispezione e sostituzione – di solito si controllano ai tagliandi “leggeri” (ogni 10.000Km), e si cambiano ai tagliandi “pieni” (20.000 Km). Ecco come fare.
1. Smontare le sovrastrutture
Come quasi tutti i lavori eseguiti su una moto, arrivare a mettere allo scoperto la zona dove bisogna lavorarci è già metà dell’opera. Anche sulla moto in oggetto, usata come cavia, una Hornet 600, per accedere alle candele bisogna togliere i fianchetti laterali e il serbatoio. Su una sportiva munita di airbox, probabilmente bisognerà togliere anche quello.
Ricordarsi sempre i fondamentali del lavoro in officina: mettere pannelli vari e serbatoio ben lontani dall’area di lavoro, in modo da non inciamparvi sopra. Fare attenzione alla viteria e ai connettori vari – una vite mancante o messa al posto di un’altra può rendere difficile un lavoro semplice come questo. Anche le posizioni e le connessioni di qualsiasi tubo, o filo elettrico, connesso al serbatoio meritano di essere segnate o fotografate. Meglio ancora se lo si fa per ogni pezzo.
2. Individuare le bobine
Una volta liberata la zona di lavoro da tutta la plastica, si possono vedere i cavi di alimentazione delle candele. La Hornet ha un impianto vecchio stile con pipette, due bobine convenzionali, più i cavi ad alta tensione che conducono la scintilla dalle bobine, montate sul telaio, alle candele.
La maggior parte delle moto moderne ha invece bobine integrate nella pipetta della candela, dove ogni candela di accensione ha la sua piccola bobina montata direttamente sul suo cappuccio. Staccare il cappuccio/bobina. Se si lavora su un motore pluricilindrico, o con più candele per cilindro, fare una foto della disposizione dei cavi, in modo da sapere, al rimontaggio, quale bobina vada su quale candela.
3. Allentare la vecchia candela
Usando la chiave che viene fornita nel set di attrezzi, oppure una bussola appropriata, allentare la candela e svitarla. Controllare subito se ci sono eccessivi segni di usura, deposito o corrosione. La candela, qui in foto, è in ottime condizioni, e potrebbe anche essere rimessa in sede senza problemi.
Se è solo leggermente ossidata, una pulitina con una spazzola con setole metalliche dovrebbe bastare a rimetterla in sesto, altrimenti va cambiata. Prestare sempre attenzione ai depositi d’olio – molte moto fanno trafilare un pochino d’olio nei pozzetti delle candele. Finché, però, si tratta solo di qualche goccia, non c’è da preoccuparsi.
4. Usare il grasso
Prendere la candela nuova e applicare un leggerissimo strato di grasso al rame sulla sua filettatura. Infilarla nella chiave/bussola, inserirla con molta attenzione nel pozzetto e cominciare ad avvitare la filettatura. All’inizio girarla a mano, per essere sicuri che i filetti abbiano ingranato correttamente. Questo perché una candela infilata storta nel pozzetto è una situazione davvero difficile da sbrogliare, in grado di far perdere moltissimo tempo.
5. Usare la dinamometrica
Questo è uno di quei casi in cui è raccomandabilissimo l’uso di una chiave dinamometrica, salvo che non si abbia un braccio estremamente allenato con chiavi e bulloni. Serrare eccessivamente una candela può danneggiare i filetti in alluminio, molto teneri, ricavati nella testa del motore. Al contrario, un serraggio insufficiente può portare una candela ad allentarsi, il che è ugualmente negativo.
Va da sé che bisogna cercare quale sia la corretta coppia di serraggio, ed usarla. Se nel libretto della moto non c’è scritto, sul sito della NGK ci sono le coppie raccomandate per le candele da loro prodotte, che più o meno valgono come riferimento per tutte. Dopo aver rimontato il cappuccio/bobina, assicurarsi che le eventuali guarnizioni siano in sede, per evitare l’ingresso d’acqua nel pozzetto della candela. Un pochino di grasso al silicone può aiutare a tenerlo all’asciutto.
6. Ripetere dall’inizio
Ripetere i passi dal due al cinque per ciascuna candela. Dopodiché rimontare l’airbox, il serbatoio e i pannelli laterali, controllando di aver riconnesso a regola d’arte tutti i tubi e cavi vari. Fare attenzione, inoltre, ad accoppiare correttamente cavi bobina e candele – in caso ci siano scambi, la moto non si accenderà. Di solito i connettori sono fatti apposta per essere montati in un solo modo, ma non sono del tutto a prova di errore.
L’attrezzo perfetto
La cosa strana è che per la rimozione della candela si usa l’unico attrezzo che è sempre fornito nella dotazione della moto, ed è anche l’unico che abbia una qualche utilità reale. In mezzo alle chiavi di metallo di pessima qualità, infatti, c’è una chiave per candele, di forma perfetta. È vero che è sempre possibile estrarre una candela tramite una bussola della giusta misura, che quasi sempre però ha i bordi troppo spessi, che cozzano contro il margine del pozzetto – cosa che invece non fa la umile, ma fondamentale, chiave che presente nel sacchetto sottosella.
Specifiche misteriose: il controllo dei codici di una candela ne rivelerà i suoi segreti
Le specifiche di una candela indicano la dimensione della filettatura, la lunghezza della sezione filettata e il “grado termico”. Per capire cosa si intende per grado termico, si consideri che, in sintesi, maggiore è la lunghezza degli elettrodi, minore sarà il calore disperso (perché il corpo della candela si spinge più a fondo nella camera di scoppio, quindi è più lontano dalla parte più fredda della candela).
Una candela più “calda” brucia via meglio i depositi carboniosi, però potrebbe portare a fenomeni di preaccensione della miscela, mentre una candela troppo fredda potrebbe venire imbrattata dai depositi.
L’Honda Hornet qui in foto usa candele NGK CR9EH-9 dove: C=10mm diametro della filettatura, R=candela con resistenza (adottata per sopprimere le interferenze elettromagnetiche), 9=grado termico (2-11, da caldo a freddo), EH è la lunghezza della filettatura (19mm di lunghezza totale), 9=distanza dagli elettrodi preimpostata (0,9mm).