Molte moto moderne sono dotate di registri per regolare le sospensioni. Tuttavia, la maggior parte degli appassionati non osa toccarli, per paura di fare disastri o per mancanza di conoscenza sul come regolarli. Ecco come fare.
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I registri delle sospensioni possono essere considerati a buon diritto tra le parti meno conosciute ed utilizzate di una moto. Eppure hanno il potere di trasformarne il comportamento da disastroso a ottimo, così come possono trasformare una moto da mulo da soma in pantera da pista. Il problema è che il timore di sbagliare e peggiorare la situazione prende il sopravvento sull’intraprendenza, col risultato di mantenere inalterato lo stato delle cose. Questo è quindi un lavoro dove il metodo è tutto, mentre la manualità è minima se non nulla, idem per quanto riguarda la dotazione base di attrezzi specifici.
L’importanza del regolare le sospensioni
Le sospensioni non vanno già bene così come sono di serie? La risposta è sì e no allo stesso tempo. Nelle impostazioni di fabbrica, le sospensioni delle moto sono regolate per offrire il miglior compromesso possibile. Questo perché, non conoscendo esattamente le caratteristiche fisiche e le abitudini di guida di ogni cliente, si cerca di ottenere un settaggio “medio” che accontenti il maggior numero possibile di esigenze, nella più ampia varietà di situazioni.
La taratura di serie di una moto qualsiasi deve andare bene per qualsiasi tipo di motociclista, da quello magro che pesa 50 kg, a quello alto e corpulento che ne pesa 120, senza dimenticare che potrebbe essere necessario trasportare un passeggero (+60 kg), muovendosi su strade che possono essere sia perfettamente lisce, sia dissestate come campi da battaglia. Essenzialmente, a parte qualche eccezione, le sospensioni di una moto saranno quindi tarate per funzionare più o meno attorno alla metà delle loro possibilità. Ciò significa che c’è una buona probabilità che il regolarle possa rendere la moto più adatta alla vostra costituzione, al vostro stile di guida e al tipo di strade frequentate. Di seguito, dunque, vi riportiamo tutti i registri su cui è possibile agire per regolare le sospensioni di una moto e come procedere.
1) Regolare le sospensioni: registro precarico molla anteriore
Solitamente è il grosso dado che sta in cima agli steli della forcella. Prima di mettervi mano, procurarsi una bussola o una chiave ‘a testa chiusa’ delle dimensioni giuste: evitare invece quelle a testa aperta o si finirà il lavoro con tutti gli spigoli del dado rovinati. Generalmente per regolare il precarico si svita tutto il dado fino a che si raggiunge il tutto svitato (o tutto aperto) quindi si misura contando il numero di “giri” fatti fare al dado avvitandolo. Attenzione ad alcune forcelle (tipo le Ohlins) perché per la regolazione del precarico si richiede un attrezzo specifico che va appositamente comprato.
2) Registro estensione anteriore
È la vite a taglio (a volte a brugola) situata sulla sommità dello stelo della forcella. Come per tutti gli altri registri (ad eccezione del precarico), le misurazioni si fanno dal “tutto chiuso”, cioè dalla posizione di massima frenatura. Ricordarsi di usare un cacciavite (o una chiave a brugola) di buona qualità e della giusta misura, per non rovinare l’intaglio. Essendo parti molto piccole e delicate basta poco per rovinarle esteticamente o, nel peggiore dei casi, nel farle diventare completamente spanate e quindi inutilizzabili.
3) Registro compressione anteriore
Questo è il regolatore a vite che sta sul piedino della forcella. L’eccezione è data dalle Showa BPF, nel qual caso la vite è posta sulla sommità della forcella, vicino al registro dell’estensione e chiaramente indicata. Qualche ipersportiva ha regolatori sia per le alte sia per le basse velocità di azionamento del freno in compressione.
4) Regolare le sospensioni: registro precarico molla posteriore
Alcuni ammortizzatori top di gamma – soprattutto quelli aftermarket – utilizzano un pomello montato in posizione facilmente accessibile, per regolare velocemente il precarico tramite un sistema idraulico. In tutti gli altri casi servirà invece una chiave a ‘C’ (detta anche “a settori”). Questa andrà a ingaggiare una ghiera filettata, oppure un dado con testa a intaglio (con un controdado superiore): in ciascun caso assicurarsi che i denti siano in buona presa sulla chiave, e indossare dei guantini da lavoro dotati di protezioni. Spesso capita che l’attrezzo perda la presa sui settori della ghiera e la mano sbatta contro qualche parte di moto, ferendosi.
5) Regolare le sospensioni: registro estensione posteriore
Molto spesso è il registro più difficile da raggiungere, poiché è situato sull’estremità inferiore del mono, tra la ruota posteriore e il motore. In genere occorre procurarsi un cacciavite specifico, dotato di gambo molto lungo, e operare sulla moto da sdraiati a terra. Addirittura, su certe moto, per arrivarci è necessario rimuovere i pannelli inferiori della carena. Data la posizione, è un registro molto soggetto a sporco e morchia – ricordarsi di pulirlo e lubrificarlo spesso.
6) Registro compressione posteriore
Alcune sportive hanno la doppia regolazione, per le alte e le basse velocità del freno in compressione. Di solito quello per le basse velocità è quello più piccolo, al centro (con testa a taglio o esagonale), mentre il registro per le alte velocità è più grosso ed esterno. È una buona idea fare un segno con un pennarello indelebile sul regolatore delle alte velocità, da usare come riferimento, soprattutto nel caso che sia regolabile in continuo, cioè senza scatti.