Normalmente, quando vi parliamo di appuntamenti in pista, vi forniamo un elenco di tutte le giornate in programma nell’arco dei due mesi successivi, così che possiate scegliere dove andare a consumare saponette con la vostra belva. Questa volta però, a causa del fermo imposto anche alle prove libere dal Coronavirus, un calendario, semplicemente, non sarebbe stato pubblicabile.
Così, avendo presente le incertezze che avvolgono la ripresa delle attività tra i cordoli, abbiamo cercato di chiarirci (e chiarirvi) le idee contattando direttamente i principali attori di questo settore: organizzatori di prove libere in pista e circuiti.
Prove libere in moto ai tempi del Coronavirus: un quadro in evoluzione
Purtroppo quel che ci è risultato subito evidente è che, nel momento in cui scriviamo, il quadro non è ancora definito. Le uniche indicazioni certe sono contenute in un documento della Federazione Motociclistica Italiana, intitolato “Linee guida per il contrasto della diffusione del Covid-19 negli allenamenti sportivi”, in cui vengono delineate delle norme tecniche e sanitarie per i gestori dei circuiti.

Non è ancora tempo di tornare a fare i bulli col gomito a terra
Nel documento si affrontano in particolare i temi del distanziamento sociale, della sanificazione degli ambienti e delle altre precauzioni da adottare. Tra queste ultime, anche i comportamenti più consoni nel caso del soccorso al pilota da parte dei commissari di percorso. Si tratta di regole previste “ai fini dell’allenamento dei piloti definiti atleti di interesse nazionale”, ma che, nei limiti di quanto compatibile, saranno estese per analogia alla normale apertura al pubblico degli impianti.
Ma quando avverrà questa apertura? Purtroppo non si sa ancora. Tutto è legato a quando il governo darà luce verde alla possibilità di praticare gli sport individuali anche a livello amatoriale e, dunque, alla riapertura delle relative strutture. Per questo i più ottimisti sperano che ciò possa avvenire già dal 18 maggio, mentre altri temono che bisognerà aspettare giugno.
Le altre incognite: spostamenti regionali e codici Ateco
Dalle nostre chiacchierate con organizzatori e circuiti, poi, sono emersi altri punti critici, che vanno oltre l’apertura degli autodromi e le nuove norme che andranno rispettate per la sicurezza di tutti. Primo tra questi c’è il nodo degli spostamenti tra regioni, che ancora non è dato prevedere quando saranno consentiti anche per praticare attività sportiva. Dunque c’è la possibilità che la stagione in pista prenda il via, ma che inizialmente ci si possa recare solo nei circuiti della propria regione.

Potrebbe essere un modo per aggirare il problema? Non ne siamo molto convinti
Alcuni organizzatori, inoltre, sottolineano che per poter operare, il governo dovrà sbloccare anche il loro specifico codice Ateco, diverso da quello degli impianti. Altri ancora, invece, stanno giustamente ragionando sui costi: con le regole sul distanziamento sociale la capienza dei circuiti per la singola giornata è destinata a calare, perciò bisognerà trovare un nuovo equilibrio anche dal punto di vista imprenditoriale.
Insomma per tornare in pista con le prove libere nel mondo post-Coronavirus bisognerà ancora aspettare, ma ancora non sappiamo quanto. Nel frattempo non ci resta che continuare a coccolare la nostra belva e prepararla al meglio per quando torneremo a ribaltare il gas: tutte le nostre dritte in merito le trovate a questo link.

Qui chiaramente manca il distanziamento sociale
AGGIORNAMENTO DEL 08/05
Nella giornata di ieri, 7 maggio, la Regione Lombardia ha emanato l’ordinanza N. 541, in vigore fino al 17 maggio, che parrebbe aprire già da oggi a diversi sport individuali, motociclismo compreso, da esercitare negli appositi impianti.
L’art. 1 recita infatti: “Le attività sportive individuali all’aria aperta (a titolo esemplificativo e non esaustivo golf, tiro con l’arco, tiro a segno, atletica, equitazione, vela, canoa, attività sportive acquatiche individuali, canottaggio, tennis, corsa, escursionismo, arrampicata sportiva, ciclismo, mountain-bike, automobilismo, motociclismo, go-kart) possono essere consentite nell’ambito dei rispettivi impianti sportivi, centri e siti sportivi, subordinatamente all’osservanza delle misure di cui ai successivi commi del presente articolo.”
Dopodiché vengono sommariamente ribaditi i principi cardine del distanziamento sociale, dell’utilizzo dei dispositivi di protezione e della necessità di sanificazione degli spazi comuni. Viene inoltre prescritto che le attività accessorie a impianti e centri sportivi, come i bar e i ristoranti, dovranno restare chiuse.
Sembra un’apertura piuttosto netta alle prove libere ai tempi del Coronavirus. A nostro avviso, tuttavia, vi sono alcuni ostacoli non semplici da aggirare per configurare il ritorno tra i cordoli in Lombardia già tra l’8 e il 17 maggio. Non tanto per via delle considerazioni sulla legittimità di un’ordinanza regionale contenente norme più estensive rispetto a quelle nazionali; quanto, piuttosto, per le difficoltà che autodromi e organizzatori potrebbero incontrare nella loro attività, poiché i relativi codici Ateco non rientrano tra le attività autorizzate dal DPCM del 26/04/2020 (quello che ha istituito la cosiddetta fase 2 a partire dal 4 maggio).