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A cinque anni dalla precedente generazione Diablo Rosso, Pirelli riprogetta le sue gomme sportive stradali. Si tratta della scelta definitiva per gli smanettoni? Lore è volato in Sicilia per scoprirlo, mettendo alla prova le nuove Pirelli Diablo Rosso IV.

Testo: Lore Foto: F. Grasso

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Era il 2002 quando Pirelli creò il marchio Diablo. Ed è significativo che il primo modello a portare questo nome, fosse pensato per l’uso sportivo stradale, proprio come le Diablo Rosso IV che sono venuto a provare in Sicilia. Da allora è passata quella che nel mondo delle moto è un’era geologica; eppure, quel nome è ancora sulla cresta dell’onda in ogni singolo segmento del motociclismo sportivo: dalle slick del mondiale SBK, alle coperture per accontentare noi smanettoni in ogni condizione.

Tuttavia, proprio là dove è nata la dinastia delle gomme “diaboliche”, si sentiva più forte l’esigenza di un rinnovamento. Non perché le Rosso III non fossero un ottimo prodotto, quanto perché, dopo la loro presentazione nel 2016, i diretti concorrenti hanno risposto alzando l’asticella. È il naturale gioco della concorrenza, che applicato alle gomme si trasforma nel piacere di guida di noi smanettoni moderni. Dunque, dopo cinque anni com’è intervenuta Pirelli per puntare nuovamente al dominio nell’agguerritissimo campo di battaglia delle coperture sportive stradali?

Completamente nuove: battistrada e mescole

Più che concentrarsi su singoli aspetti, il marchio italiano è ripartito dal proverbiale foglio bianco. Il disegno del battistrada continua a svilupparsi attorno all’iconico intaglio a fulmine, ma il rapporto vuoti/pieni è stato ridotto sia all’anteriore, sia al posteriore, fino a giungere a una spalla completamente slick ai massimi angoli di piega. Obiettivi principali di questi interventi sono stati un’usura più regolare e una maggior stabilità alle alte velocità.

Cambiano poi radicalmente le mescole. Innanzitutto l’anteriore diventa bimescola: entrambe sono caratterizzate da un alto contenuto di silice per assicurare aderenza alle basse temperature e sul bagnato. Ma quella che interviene dai 35° di angolo di piega – così da non interferire con le fasi di inserimento – è più morbida per massimizzare il grip. Il posteriore, invece, adotta due diverse soluzioni a seconda della misura. Fino al 190/50 ci sono due mescole, assemblate con lo schema “cap & base”, in cui quella laterale più morbida (sviluppata appositamente per le Rosso IV) poggia su un substrato formato da quella che emerge al centro (più dura e ad alto contenuto di silice), in modo da ottenere uniformità di riscaldamento e stabilità strutturale.

 

Dal 190/55 in su, invece, Pirelli si è spinta fino a tre mescole, sempre sfruttando il metodo cap & base. Ma il dettaglio più gustoso è che oltre i 35° di inclinazione si è scelto di utilizzarne una di indole racing, derivata addirittura da quella delle slick SC3. Il motivo di questa complicazione progettuale è relativamente semplice da intuire: offrire tutto il grip necessario per sfruttare le prestazioni delle moderne hypernaked e supersportive.

Nuova struttura e profili rivisti

Dalla stessa constatazione deriva la diversa struttura del posteriore: nelle misure più piccole è fatta in Rayon, ma è più rigida delle Diablo Rosso III; in quelle caratterizzate dalla tripla mescola sfrutta invece il Lyocell, un nuovo materiale dalla deformazione inferiore, sviluppato a partire dall’esperienza in WSBK. L’anteriore ha infine corde di Rayon più rigide, ma meno fitte del 20%, dunque separate tra loro da una maggior quantità di mescola; questo alla ricerca sia del feeling, sia della precisione di guida.

Completano il quadro anche i profili rivisti e derivati dai pneumatici da pista; questi sono caratterizzati da una porzione centrale più acuta per velocizzare discesa in piega e cambi di direzione, abbinata a fasce laterali dalla curvatura meno aggressiva, per migliorare area di contatto e trazione.

Dalle parole ai fatti, in sella alla 890 Duke R

Terminata la presentazione tecnica, sono particolarmente ansioso di salire in sella per iniziare questa prova delle Diablo Rosso IV. Le novità sono talmente tante da essere difficili da metabolizzare al volo, ma sono sicuro che iniziare ad aggredire le curve sulle strade siciliane che fanno da ambientazione al test mi chiarirà le idee più di ogni grafico appena visto nelle slide.

Per la prima parte del giro scelgo una KTM 890 Duke R, una supermedia naked dalle caratteristiche molto sportive (cliccate su questo link se volete approfondire leggendo la nostra prova). Ed ecco che bastano giusto una manciata di chilometri per raccogliere le prime importanti indicazioni. Innanzitutto sul comfort, dato che le strade che percorriamo per allontanarci da Giarre sono tutt’altro che in buone condizioni. Tra buche e sconnessioni, noto con piacere come le Diablo Rosso IV aiutino la leggerissima KTM a filtrare le irregolarità.

Quando poi l’asfalto migliora e iniziano alcune curve interessanti, pur nel contesto di strade strette e insidiose, è il feeling all’anteriore che mi impressiona. La 890 monta di primo equipaggiamento delle pistaiole e rapidissime Michelin Power Cup 2, ma in questo contesto mi piace la relativa progressività delle Pirelli. Relativa perché si tratta comunque di gomme dal profilo piuttosto svelto, ma più equilibrate nel modo in cui scendono in piega.

E come se la cavano montate su una crossover?

Ho la conferma di quanto appena detto quando salto sull’estremo opposto dello spettro di moto a cui sono rivolte le nuove Rosso IV: una BMW S1000XR. Sulla velocissima (e ben più pesante) crossover tedesca, la sensazione è esattamente agli antipodi. È come se ne venisse esaltato il lato sportivo, accentuando l’agilità della ciclistica e la precisione dell’anteriore. Il che ha perfettamente senso, dato che quando l’ho provata in passato montava delle turistiche Metzeler Roadtec 01.

Uno shooting funzionale per la prova delle Diablo Rosso IV

Quando ci fermiamo al secondo punto previsto per gli scatti e le riprese, scopriamo che l’auto col fotografo e il videomaker è rimasta indietro per un contrattempo. Così ne approfitto per riordinare le idee, pulire il casco, impostare le GoPro, e, ehm, cercare compagnia su Tinder per la serata siciliana. Morale, quando salgo su una SuperSport 950 per affrontare lo strettissimo tornantino prescelto per lo shooting, le gomme sono tornate alla temperatura ambiente. Eppure, già al secondo passaggio in salita mi ritrovo con la saponetta saldamente piantata sull’asfalto, come fosse la cosa più naturale del mondo. Se questa non è una prova dell’ottimo comportamento alle basse temperature di esercizio, non so cosa lo potrebbe essere.

In pista senza paura

Dopo una mattinata in strada con ottime sensazioni, in particolare dall’anteriore, quando arriva il momento di scendere in pista a Pergusa, circuito di test di Pirelli, il grip del posteriore è il tema che più mi preme approfondire.

Ripercorro l’ordine delle moto della mattina, iniziando con Duke 890 R e S1000XR, ma continuando a restare apparentemente ben lontano dal limite delle Rosso IV. Il posteriore bimescola non ha problemi a reggere i 120cv dell’austriaca; mentre l’elettronica della crossover bavarese in Dynamic Pro, pare comunque troppo conservativa perché la variante a tripla mescola da 190/55 possa essere davvero messa in difficoltà. Così, per gli ultimi due turni, con a mio favore una maggior conoscenza del tracciato, tiro fuori l’artiglieria pesante: Ducati Streetfighter V4S e BMW S1000RR.

Finalmente l’anima delle Rosso IV viene alla luce. Ed è un’anima da pista. Il senso di aderenza al massimo angolo di piega è davvero rassicurante anche con due mezzi che passano i 200cv. Ma è la stabilità alle altissime velocità a lasciarmi basito per una gomma che, nelle intenzioni di Pirelli, dovrebbe svolgere “l’umile” compito di copertura stradale. Tanto per capirci, nel primo curvone a destra di Pergusa, dopo il tratto guidato, si deve tenere spalancato a moto piegata fino a uscirne ben oltre i 220km/h segnati. Eppure, ci vogliono diversi giri prima che il posteriore manifesti qualche minimo segno di fatica nello scaricare a terra la potenza.

L’anteriore, dal canto suo, anche quando inizio a tirare le frenate fin dentro le curve non oppone la minima resistenza, né lascia trasparire qualche sensazione che non sia cristallina. Quando rientro ai box sono sinceramente stupito; tanto che quando i tecnici Pirelli mi chiedono come mi sia trovato, gli rispondo con una battuta: “Sicuri di non aver montato delle Supercorsa SP?”

Quindi, come sono?

Battute a parte, è naturale che delle gomme da pista come le Supercorsa SP continuerebbero a spingersi a un livello ulteriore in quanto a pure prestazioni. Ma in una prova come questa, in una pista per me del tutto nuova e con la premessa ben chiara che si trattasse di gomme destinate alla strada, le Diablo Rosso IV mi hanno davvero impressionato. E pensando a quanto mi sono piaciute nella mattinata su strada, e al fatto che Pirelli dichiara un miglior comportamento anche sul bagnato rispetto alle Rosso III, pur a parità di chilometraggio, non so sinceramente cosa si potrebbe cercare di più in una gomma di questo tipo.

Come sempre, senza un confronto diretto sarebbe sbagliato spingersi in paragoni dettagliati o definitivi. Tuttavia, se dovessi puntare il solito euro su delle potenziali vincitrici di una prova comparativa tra pneumatici sportivi stradali, lo metterei senza dubbio sulle Pirelli Diablo Rosso IV. Sono un vero e proprio salto generazionale rispetto al modello precedente, con più aderenza, più stabilità e un feeling ancora migliore all’anteriore.

In definitiva, se il vostro habitat naturale sono le strade da pieghe e se in pista ci andate di rado e più che altro per divertirvi, qualunque moto sportiva abbiate in garage – carenata, naked o crossover – queste nuove Pirelli sono perfette per voi.