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Secondo Brenta, le loro nuove Sinter Pro sono le pastiglie freno perfette per l’uso sportivo, sia su strada, sia in pista. Lore ha voluto verificare la teoria con un test probante su una Tuono V4 Factory
Testo: Lore Foto: I.B.
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Come molti di voi che state leggendo, sono sempre stato appassionato di modifiche e personalizzazioni, sia che si tratti delle nostre moto in Prova di Durata, sia per i miei mezzi personali. Tuttavia, non avendo un conto in banca da sceicco arabo, oltre a non girare in Lamborghini, spesso non posso nemmeno acquistare liberamente (e compulsivamente) tutti gli accessori che vorrei. Ed è proprio per questo che c’è una categoria di modifiche che mi piace più di altre: quella degli upgrade… “gratuiti”.
Ok, di gratis a questo mondo non esiste davvero nulla, ma se seguite il mio ragionamento per qualche riga, capirete cosa intendo. Sulle nostre moto esiste tutta una serie di componenti soggetti a usura, giusto?
Bene, la buona notizia è che quando inevitabilmente arriva il momento di sostituirli, invece di ricorrere ai ricambi originali, ci si può rivolgere al mercato dell’aftermarket per avere qualcosa con prestazioni migliori, spesso a prezzi simili o persino inferiori. Pensate alla differenza di rendimento tra un filtro dell’aria in carta e uno sportivo, al peso che si può risparmiare con una batteria al litio al posto di una tradizionale, o in alcuni casi a quanta differenza possono fare delle gomme sportive di ultima generazione rispetto alle scelte al risparmio presenti come primo equipaggiamento su alcune moto.
Brenta Sinter Pro, le pastiglie freno per un upgrade
Un altro esempio perfettamente calzante in materia, sono le pastiglie dei freni: prima o dopo tutti siamo costretti a cambiarle, dunque perché non sfruttare l’occasione per migliorare le prestazioni dell’impianto frenante? Per esempio con queste Sinter Pro, una nuova mescola ideata da Brenta specificamente per le esigenze di noi smanettoni, e quindi con in mente principalmente la guida sportiva stradale, ma anche qualche uscita in pista tutt’altro che a passeggio.
Nel caso non conosceste Brenta, si tratta di un marchio completamente italiano, distribuito in esclusiva in Italia da Mandelli e di proprietà di Frenotecnica, un’azienda che produce pastiglie freno per due ruote dal 1982. Per dare un’idea delle dimensioni, sappiate che la fabbrica di Rovereto, dove si trovano anche i laboratori per la ricerca e lo sviluppo dei nuovi prodotti, sforna la bellezza di 2,1 milioni di pastiglie suddivise in 250 modelli. Dal punto di vista sportivo, invece, Brenta è presente in praticamente qualsiasi genere e livello di competizione: dal mondiale enduro, alle Supersport 600 e 300 del CIV; dalla WSBK alla Moto3.
Tornando a noi, cosa cambia in queste Sinter Pro rispetto alle pastiglie sportive sinterizzate già presenti nel catalogo del marchio italiano? La differenza fondamentale risiede in una maggior quantità di nichel nella mescola, che dovrebbe tradursi in un mordente iniziale particolarmente marcato.
La prova del nove
Avendo in mente un test probante e decisamente movimentato, non abbiamo scelto una moto “facile” per queste Sinter Pro, come sarebbe potuta essere una delle tante medie naked giapponesi che spesso critichiamo per la scelta un po’ troppo conservativa e stradale delle loro pastiglie di primo equipaggiamento. Nossignore. Abbiamo chiesto ad Aprilia nientemeno che una Tuono V4 Factory, con il suo efficacissimo impianto frenante full-Brembo di serie. D’altronde, abbiamo pensato, se le Sinter Pro faranno bella figura nel confronto con questa base di partenza, non potranno che fare altrettanto su qualsiasi altra moto.
Ma veniamo al test. Per cominciare mi sono concesso una classica sparata domenicale con la Tuono in configurazione originale, giusto per constatare come sia impossibile criticare in alcun modo i suoi freni di serie. Dopodiché l’ho affidata alla nostra officina di fiducia, GP One Milano, per un cambio di pastiglie al volo e, prima di metterle alla frusta, ho concesso alle Sinter Pro circa 250km di rodaggio con un giretto tranquillo, fatto di frenate dolci e ben distanziate tra loro a partire da velocità moderate, e crescendo progressivamente con l’intensità. Infine, un’altra sparata, stavolta con particolare attenzione a mettere sotto torchio i freni, anche oltre il necessario. Responso? Positivo su tutta la linea.
Mordente, modulabilità e potenza frenante
Iniziamo col dire che le dichiarazioni di Brenta in merito al mordente iniziale sono confermate dai fatti: già a freddo, appena si sfiora la leva del freno anteriore, le pastiglie aggrediscono immediatamente i dischi con una notevole grinta. Un comportamento che, da smanettone esperto quale sono, apprezzo senza mezze misure, ma che sono conscio potrebbe non piacere a tutti – e che, d’altro canto, non vedrei indicatissimo per motociclisti alle prime armi.
Tra l’altro, notare questa differenza di mordente su una Tuono V4 Factory, che di certo non fa parte delle moto di serie con pastiglie sottodotate, mi fa pensare che lo stacco su gran parte delle medie naked sarebbe ancora più netto. Pollice in alto anche per la modulabilità che segue quando la frenata si protrae più a lungo, così come per la pura potenza frenante: in questi due ambiti siamo come minimo al livello dell’impianto di serie, anche se non mi spingerei a dire di aver percepito un miglioramento sensibile come nel caso del bite.
Resistenza alla fatica e staccate al limite
Discorso simile per quanto riguarda la resistenza alla fatica. Mettere in crisi l’impianto frenante di una Tuono V4 Factory su strada (ma anche in pista, a dirla tutta…) è pressoché impossibile se non vi chiamate Peter Hickman, ma per assicurarmi di non scrivere inesattezze, ho adottato una tecnica scientificamente inattaccabile. Quale? Beh, per una ventina di minuti, su e giù da una strada da pieghe che conosco bene, ho usato i freni della Tuono con montate le Sinter Pro come se il mio intento fosse distruggerli, strizzando la leva fino a far intervenire l’ABS nell’approccio a quasi ogni curva e non lasciando che respirassero nemmeno sui rettilinei, inframezzandoli con ulteriori, inutili, staccate (ovviamente dopo aver controllato negli specchietti che non ci fosse nessuno).
Ebbene, con tutto questo sforzo, non ho ottenuto nulla, se non di apparire dall’esterno come un completo idiota. Giusto un millimetrico allungamento della leva, nell’ordine del tipico assestamento che si ha dopo un paio di giri tirati in pista, e null’altro: non un calo di potenza frenante, non un cenno di perdita di feeling alla leva.
Quindi queste pastiglie Brenta Sinter Pro, come sono?
Resta da dire delle pastiglie posteriori, che, avendo le stesse caratteristiche in tema di bite, a freddo come a caldo, possono essere utili per chi usa molto il freno dietro, ma non le consiglierei ai principianti, che potrebbero non apprezzare la risposta immediata.
Se però siete motociclisti con una certa esperienza, in cerca di un set di pastiglie adatte sia per le vostre uscite domenicali fino al bar del passo, sia per qualche pistata piuttosto vivace, sappiate che dovreste tenere in seria considerazione queste Brenta Sinter Pro. Anche perché, riprendendo il tema dei costi, il prezzo di listino è persino leggermente inferiore rispetto a quello del ricambio originale: 40 euro per ciascuna pinza anteriore e 33 euro per la posteriore.