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Pirelli presenta le nuove Diablo Rosso IV Corsa, gomme strada-pista che raccolgono l’eredità delle Rosso Corsa II. Ma il salto numerale nel nome corrisponde a un altrettanto significativo aumento prestazionale? Lore è andato a indagare in pista al Mugello e sulle spettacolari strade da pieghe dei dintorni
Testo: Lore Foto: Pirelli
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Quando l’anno scorso avevo provato le Pirelli Diablo Rosso IV in Sicilia (clicca qui per il video e l’articolo della prova), ne ero rimasto impressionato. Al punto che parlandone coi tecnici Pirelli le avevo commentate con una battuta: “Sicuri che non mi avete dato delle Supercorsa SP?” Un’esagerazione, certo, ma che conteneva un dubbio tecnico tutt’altro che banale: con delle Diablo Rosso così performanti e vicine alle Rosso Corsa II, queste ultime non rischiavano di perdere il loro senso?
La risposta, evidentemente, era sì. All’epoca non potevano ancora confermarlo ufficialmente, ma per riequilibrare la loro gamma, in Pirelli avevano già pronto il colpo in canna, annunciato poi sul finire del 2021: le Diablo Rosso IV Corsa, che mi appresto a provare nel paradisiaco contesto del Mugello e delle strade da pieghe dei dintorni come Giogo e Futa.
Diablo Rosso IV Corsa, le novità:
Come ci spiegano in conferenza stampa, il fatto che la nomenclatura abbia saltato il “III” e sia cambiata anche nell’impostazione, con la dicitura “Corsa” dopo il numero, è un modo per evidenziare due cose: il salto prestazionale dalla generazione precedente e la derivazione dalle Rosso IV. Partendo dall’esterno, rispetto a queste ultime abbiamo un disegno del battistrada con meno intagli, in particolare oltre i 25° di piega, con poi un’area slick più ampia sulle spalle.
Cambiano anche le mescole e la costruzione, con l’anteriore che mantiene la soluzione bimescola, ma con quella sulle spalle più morbida rispetto alle Rosso IV. Pure il posteriore ha due mescole, delle quali quella sulle spalle non è altro che una SC3, la più durevole e versatile tra le opzioni puramente racing del marchio milanese; in questo caso, però, la vera innovazione sta in come le mescole sono applicate. Le due superficiali, infatti, poggiano su una inferiore chiamata Adaptive Base Compound, con una struttura che dovrebbe andare a favore della sensazione di appoggio e della costanza di grip alle diverse temperature.
Differenze che potrebbero sembrare sottili, ma che i numeri di confronto tra le Rosso IV e le nuove Corsa dichiarati da Pirelli rendono inequivocabili: -1,8” sul giro a Pergusa, velocissimo tracciato da 4,95km, con 2° extra di angolo di piega e il 5% di tempo in più passato a gas spalancato nelle sezioni del circuito percorse oltre i 35° di angolo di piega. Notevole, ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti.
Subito a cannone al Mugello
Fatti che hanno la forma e il rosso tipicamente Ducati di una Panigale V4S 2022, che mi accaparro per il primo turno di guida al Mugello. Entriamo in pista appena dopo le 10 del mattino con pressioni impostate a 2,5-2,5 a freddo. La prima indicazione è dunque sul tempo di riscaldamento, che definirei nella media per questo genere di coperture: basta un giro per arrivare a mettere il ginocchio a terra, e poco di più per iniziare a sentire la gomma che lavora correttamente, comunicandomi la situazione attraverso pedane, sella e semimanubri.
Feeling sulla Panigale V4S 2022
La confidenza sale in fretta, al punto che già al secondo giro, complice anche il fatto che conosco il Mugello come le mie tasche, mi ritrovo a spingere con una discreta aggressività, apprezzando senza riserve il comportamento dell’anteriore. Dalla velocità con cui mi permette di cambiare direzione nelle esse, alla stabilità nella staccatona della San Donato (dove mi attacco ai freni a oltre 300km/h indicati), le sensazioni non sono così distanti da quelle di una gomma puramente da pista.
Anche il grip e il feeling in percorrenza, al massimo angolo, sono ottimi, sebbene da questo punto di vista il DNA al 50% stradale delle IV Corsa sia più percepibile. Intendiamoci, sento sempre bene cosa stanno facendo le gomme, e mi trasmettono tanta fiducia, ma, per dire, il senso di grip totale di gomme come le Supercorsa SC in mescola da gara – quel feeling che ti consente di fare lo stupido gomito a terra quasi a ogni curva – è meno marcato.
Diablo Rosso IV Corsa: attenzione alle pressioni
Una piccola sorpresa, invece, arriva dal fatto che il posteriore sta iniziando a scivolare dopo solo una manciata di giri tirati. Nulla di evidente o repentino, ma l’elettronica Ducati si mette a intervenire prima e più spesso di quanto mi sarei aspettato per tenere in linea la Panigale.
Una volta ai box, non sono l’unico a riferire questa sensazione, e i tecnici Pirelli, dopo un veloce controllo, ci spiegano che effettivamente le pressioni sono cresciute più del previsto (siamo noi che siamo andati troppo forte già al primo turno? O l’asfalto si è scaldato più in fretta?). Così in vista della seconda sessione le riportano nel range ottimale, con un decimo di bar in meno all’anteriore e due in meno al posteriore (in ogni caso, vale la pena segnalarlo, per l’uso in pista con queste gomme Pirelli consiglia di non scendere sotto i 2,4 ant. – 2,1 post. a freddo).
Fireblade SP e RSV4 Factory: le differenze
Salto su una Fireblade SP e mi basta mezzo giro per percepire le differenze. Il posteriore ora si comporta da vera gomma racing omologata, con un ottimo livello di grip e nessuna traccia di quell’inaspettato scivolamento del primo turno. Anche il feeling anteriore migliora ulteriormente, coniugandosi alla perfezione con una moto dall’avantreno fenomenale come la Honda.
Tutte sensazioni che mi vengono confermate dal terzo e ultimo turno della mattina, in sella a una RSV4 Factory. La coppia e la potenza devastanti del V4 di Noale sono un discreto incubo da gestire per qualsiasi gomma, eppure le Rosso IV Corsa non mostrano veri segnali di fatica, nemmeno dopo vari giri di buon passo.
Stradali da smanettoni
Nel pomeriggio, anziché salire, le temperature scendono per via di uno strato di nuvole minacciose che, per fortuna, si tratterranno fino a sera. Il lato positivo è che si viene a creare una situazione quasi ideale per valutare i tempi di riscaldamento delle Diablo Rosso IV Corsa anche nel contesto stradale. Devo dire che in queste condizioni, quasi al limite per il genere di gomme, il feeling non è male fin da subito, anche se serve qualche chilometro per consentire alla temperatura d’esercizio di crescere e far sì che le Pirelli inizino a esprimere tutto il loro potenziale. Sotto questo aspetto, siamo più o meno a livello delle Supercorsa SP – stradali sì, ma preferibilmente per climi e andature da smanettoni.
Diablo Rosso IV Corsa: feeling stradale
Dopodiché, una volta entrate nel loro range ideale di funzionamento, le doti di grip e feeling provate in pista, tornano a mostrarsi con chiarezza anche su strada, dove le IV Corsa sembrano addirittura sovradotate in termini di tenuta, senza però eccedere in altre caratteristiche tipiche delle coperture da pista che lontano dai cordoli possono rivelarsi meno sensate. Guido prima una Streetfighter V4S, poi una Tuono V4 e una Tuono 660.
Innanzitutto il grip al posteriore è ampiamente superiore a qualsiasi esigenza stradale, ma quasi non ci sarebbe bisogno di precisarlo. L’anteriore, invece, mi piace per aver mantenuto fondamentalmente lo stesso comportamento delle Rosso IV: è rapido a inserirsi in curva e ad agevolare la discesa in piega per i primi gradi, dopodiché si fa più progressivo, a favore della fiducia di chi guida nella piccola porzione di gomma a contatto con l’asfalto.
Quindi, come sono?
Di gomme come le Rosso Corsa ne esistono ben poche sul mercato. E intendo in termini di categoria, perché in questa nicchia creata da Pirelli, si sono infilati pochissimi altri produttori. Stiamo infatti parlando di gomme stradali dalla fortissima attitudine pistaiola, pur restando un gradino sotto alle racing omologate. In parole più semplici? Sono pneumatici cuciti sulle esigenze del tipico smanettone da passo di montagna, che apprezza la guida aggressiva, col ginocchio a terra, e che una volta ogni tanto vuole divertirsi in pista con la propria moto stradale, da un lato senza doversi limitare troppo, e dall’altro senza gli impegni (e le spese) connesse all’utilizzo di gomme specifiche.
Questo erano le Rosso Corsa II, e questo sono le Rosso IV Corsa, pur migliorate sotto ogni punto di vista, tra cui metterei principalmente feeling all’anteriore e grip al posteriore. Al punto che quel gradino citato qualche riga più sopra, che ancora le separa dalle Supercorsa SP, sembra essersi ridotto a poco più di un leggero dislivello. Ma se l’esperienza dello scorso anno con le Rosso IV mi ha insegnato qualcosa, è che con tutta probabilità in Pirelli si stanno già preparando a chiarire nuovamente le gerarchie interne…