Nonostante il titolo evocativo, la questione richiede una certa dose di serietà: secondo le statistiche, la causa più frequente di incidenti in moto, su strada, è l’errata valutazione di una curva. Ecco perché per ogni curva serve una traiettoria sicura, che vi metta al riparo da ogni rischio e pericolo.

Il problema è molto semplice. Si arriva larghi in curva quando: non si valuta correttamente la frenata, la velocità di ingresso o percorrenza, o il profilo della curva. Il risultato di questi errori è che si finisce per percorrere una traiettoria molto più ampia di quella ideale, il che, in certi casi, può comportare conseguenze catastrofiche. Se è vero che questa è la causa più frequente di incidenti in moto su strade extraurbane, le sue motivazioni, però, non sono mai univoche.

Per leggere tutti i nostri consigli e tutorial sulla guida in moto clicca qui o sul tag “La Bibbia della guida” in calce a questo articolo

Non importa quale sia il livello di esperienza di chi guida, che moto abbia, o il tipo di strade: il pericolo è costante e reale per chiunque. Basta un piccolo sbaglio per ritrovarsi in un mare di guai. Se la curva è a sinistra, significa uscire dall’asfalto e, nel caso migliore, farsi male contro un guard rail o un muro esterno. Se invece la curva è a destra, ci si ritroverà ad invadere la corsia accanto, con il rischio, tragico, di finire centrati da un veicolo che procede in senso inverso.

L’errore è dietro l’angolo

Di solito si è portati a pensare che le strade conosciute presentino meno insidie rispetto a quelle sconosciute, su cui è ovviamente più facile finire larghi: non si conosce l’andamento della curva, magari cieca in ingresso, magari a raggio variabile, oppure si incontra dello sporco sull’asfalto che d’istinto ci fa raddrizzare la moto.

Su percorsi noti, invece, anche se la ragione è più banale, il pericolo resta sempre in agguato ma siamo noi stessi a diventarne la fonte: ci si fa prendere dalla foga, il passo si alza, e si entra in curva a velocità eccessiva. Ricordiamo sempre che alzare il livello richiede più risorse mentali e quindi concentrarsi sulla guida veloce spesso fa perder contatto con elementi molto più critici, come appunto le traiettorie giuste.

Cinque ragioni per cui si finisce larghi (e come evitarle)

1. Errata valutazione del raggio della curva

È una delle prime cose che si imparano quando si prende la patente: se non si dispone di una visuale completa – o se non si conosce il percorso a menadito – non bisogna dare niente per scontato sulla forma della curva che si sta per affrontare. Là fuori è pieno di curve cieche, che chiudono proprio quando avreste pensato fossero finite!

2. Eccesivo ritardo della frenata

Ricordate la tecnica del “lento in ingresso, veloce in uscita”: è quella che vi consentirà di adottare una guida più fluida, più sicura e, alla fine, più veloce.

3. Eccessivo ritardo nella discesa in piega

L’errore è banale – avete aspettato troppo prima di impostare la curva, e vi trovate senza più spazio. Lasciate che sia il bordo della strada a guidarvi, senza tralasciare la visione periferica, che vi indicherà il successivo andamento della curva. Rimanete calmi e ne uscirete senza problemi.

4. Eccessivo anticipo nella discesa in piega

Un errore semplice, ma sorprendentemente comune. Un esercizio da praticare è quello di curvare assieme ai bordi della corsia, osservando la linea bianca. Non è un rimedio a prova di bomba, ma la maggior parte delle volte, non importa quale sia il raggio della curva o quanto veloce la si affronti, usare la linea bianca come guida, funziona.

5. Eccessivo anticipo nella riapertura del gas

Se si apre troppo il gas, o troppo in fretta, c’è sempre il rischio di finire larghi in uscita, anche quando si è interpretata la curva alla perfezione. Aspettate ad accelerare finché la moto non sia quasi verticale e la strada non si sia definitivamente aperta. Una corretta posizione all’interno della corsia, inoltre, vi eviterà di ritrovarvi proprio sui suoi limiti quando riaprirete il gas.

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Tecniche per fare pratica

Come vi potrà dire non solo un pilota di livello, ma anche un qualsiasi habitué delle piste, in condizioni normali, nella guida su strada, siamo quasi sempre ben lontani dai limiti di grip degli pneumatici. Il concetto è: le gomme moderne sono molto più brave di noi. Punto.

1. Sgranchire i neuroni

La conseguenza di avere pneumatici dalle ottime caratteristiche è che si ha più spazio di manovra di quanto si pensi. L’esercizio più importante da praticare, dunque, non è tanto fisico, quanto psicologico. Imparate a non farvi prendere dal panico, ma a continuare ad osservare la strada il più possibile avanti a voi – non solo davanti alla ruota. Dovete arrivare a reagire con il cervello, invece che con la scarica di adrenalina della paura, che vi impedirà di agire correttamente.

2. Frenare forte

Nell’istante in cui avete la primissima percezione che la curva che state per affrontare tenda a chiudere, sfruttate il tempo e lo spazio rimasti per frenare più possibile. Tutti noi siamo in grado di reagire, in qualche modo, non appena ci rendiamo conto di stare per finire nei guai: è solo questione di “allenarsi all’emergenza”. Dunque, allenatevi a rallentare il più possibile prima di iniziare ad impostare la curva: vi sorprenderete a scoprire quanto forte si possa frenare, e vi aiuterà a non farvi prendere dal panico quando vi troverete in una situazione d’emergenza.

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3. Focalizzare lo sguardo

Un aiuto fondamentale al passo precedente è evitare la “sindrome da puntamento”, ovvero di farvi trascinare dallo sguardo proprio dove non volete finire. In realtà, è questa la ragione principale per cui la gente finisce in terra, nel fosso o contro una macchina: il pilota si accorge del pericolo, il suo sguardo ne viene catturato, e inevitabilmente ci si dirige contro perché distoglie completamente l’attenzione dalle possibili vie di fuga.

Come già detto, la cosa da fare è restare calmi, fissare lo sguardo verso il punto di uscita della curva e, se necessario, fare forza sulla moto per indirizzarla in quella direzione. Le probabilità di cavarsela aumenteranno in maniera esponenziale.

4. Tamponare l’errore

Se ormai non c’è quasi più nulla da fare, e siete costretti a frenare “dentro” la curva e con la moto già in piega, dovete cercare di ripartire parte della frenata sul posteriore. Anche qui, dovete imparare a fare tutto d’istinto: più la moto è piegata, meno forte potete frenare. Quindi allenatevi ad alleggerire la pressione sul freno anteriore e aumentare via via quella sul posteriore, in modo da ridurre la probabilità che l’avantreno prenda sotto.

Questo permette un minore trasferimento di carico sulla forcella, quindi una migliore impronta a terra dello pneumatico. A sua volta, questo significa più aderenza, più sicurezza, ed una migliore geometria della ciclistica che rimarrà nelle migliori condizioni per voltare.