Abbiamo incontrato Hervé Poncharal, boss del team Monster Yamaha Tech 3, per farci raccontare i migliori momenti degli ultimi dieci anni, quelli della collaborazione con il title sponsor Monster Energy
di: Adam Wheeler – Foto: Monster Energy Media
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Hervé Poncharal e il team Tech 3 sono presenti sul palcoscenico mondiale della MotoGP sin dagli anni 90, e nelle ultime dieci stagioni le Yamaha M1 della squadra satellite di Iwata sono entrate nell’immaginario collettivo degli appassionati con la loro cattivissima livrea nera e verde dettata dallo sponsor principale, Monster Energy. E proprio in questi anni la storia del team si è intrecciata con quella di grandi talenti del motociclismo odierno, come Cal Crutchlow, Andrea Dvizioso, Pol Espargaro, Johann Zarco, Jonas Folger e Hafizh Syharin.

Tuttavia il lungo cammino comune di Yamaha e Tech 3 si è concluso con la stagione 2018 (dal 2019 la squadrà gestirà due KTM ufficiali – n.d.r.), perciò abbiamo chiesto a Poncharal di raccontarci alcuni dei momenti che più gli sono rimasti impressi dal 2009 a oggi, nell’epoca delle “moto nere” in MotoGP

L’origine delle Yamaha Nere

“I bei ricordi sono sempre legati a buoni risultati, come quando siamo arrivati vicini ad avere Monster Energy come title sponsor. Era la vigilia o il giorno di Natale e ho ricevuto una chiamata da Bob Moore (agente Wasserman Sports ed ex campione del mondo MX – n.d.r.) che mi proponeva l’opportunità di lavorare con Monster. Sin da quando sono entrati nel mondo della MotoGP è stato facile apprezzare il marchio, per via di quella sua distintiva ‘M’, molto accattivante. È qualcosa per cui i fan vanno fuori di testa. È quella cosa che gli altri team guardandoti si dicono ‘mi piacerebbe averla per me’.”

“Quando la sponsorship ha avuto inizio è stata una sensazione incredibile, potevo sentire la risposta del pubblico e in molti casi, su diversi siti web, le nostre moto sono state votate come le più belle del paddock per due o tre anni di seguito. È una bella sensazione essere parte del ‘Monster team’, una realtà così importante che, in un certo senso, durante gli anni è come se ‘Tech 3’ fosse scomparso.

Il GP di casa, la stagione migliore e un italiano d’oro

“Il GP di Francia a Le Mans, nel 2013, è tra i miei ricordi preferiti. Domenica diluviava e Rodney Sacks (CEO Monster Beverage – n.d.r.) era presente, uno dei primi weekend in passati insieme in circuito. Seguì la gara con noi dal muretto dei box e Cal Crutchlow arrivò secondo: fantastico! Le condizioni erano davvero molto difficili, c’era molta acqua sul tracciato, ma Cal è stato superbo. Ha concluso gli ultimi giri praticamente a ridosso di Dani Pedrosa, che ha vinto la gara. Avere il rappresentante del tuo title sponsor al tuo fianco, che segue la gara con praticamente il tuo stesso livello di tensione, passione ed entusiasmo mi ha reso molto orgoglioso. In quell’occasione Monster era il title sponsor anche dell’evento e noi abbiamo dimostrato dipoter combattere con i top team. Ho passato molto tempo con Rodney da allora e lo rispetto molto, ha molta passione per la MotoGP.”

“Nel 2012 abbiamo avuto come piloti Cal e Andrea Dovizioso ed è stata una stagione fantastica. Molte volte è capitato che fossero in lizza per il podio. Abbiamo collezionato numerosi piazzamenti e parecchi punti durante quella stagione, con un totale di otto podi. Andrea Dovizioso è un pilota speciale. Penso che sia uno dei migliori tre piloti che abbiamo mai avuto: non è solo in grado di andare forte, ma ha anche la capacità di costruire intorno a sé una squadra e motivarne tutti i componenti.”

“Andrea Dovizioso è un pilota speciale. Penso che sia uno dei migliori tre piloti che abbiamo mai avuto.”


“È una persona che sa bene come si lavora in squadra. Ci ha regalato diversi podi nel 2012 e siamo molto orgogliosi di questo. Cal era il suo compagno di squadra e neofita nella Moto GP, ma gli ha tenuto testa più volte, imparando molto da lui. Dovi era molto contento di crescere insieme, anche perché erano e sono due piloti con caratteristiche molto diverse. Dovi ha uno stile molto calmo, più da ‘nord Europa’ se vogliamo, mentre paradossalmente Cal è un esempio di quello che spesso si indica come ‘temperamento latino’.”

“Ma a prescindere dal carattere dei piloti, quello è stato un anno meraviglioso. Prima di Misano Andrea ci ha invitato a casa sua e abbiamo potuto conoscere chi fosse in realtà. Una casa davvero carina, nulla di appariscente, ogni cosa in ordine; ci ha mostrato il suo garage dove tiene le moto da cross su cui fa manutenzione personalmente, abbiamo conosciuto sua madre e sua figlia e si è messo ai fornelli. Si è preso cura di noi in una maniera che non ti aspetteresti da un pilota di MotoGP, è davvero una brava persona e come pilota è davvero dotato. È un gentleman, un ragazzo normale con un cuore grande, poi quando scende in pista è un alieno.”

“Quando ha accettato di lavorare con noi ero molto contento, ma anche un po’ spaventato: Andrea veniva dal team HRC ed era abituato a un livello impareggiabile, e noi come team satellite non avremmo potuto reggere il confronto. Lui però lo sapeva bene e non ha mai avuto nulla in contrario. Sono felice di avergli offerto la possibilità di riprendersi, e credo che l’anno con noi gli sia stato utile per diventare il top rider che è oggi in Ducati. A conti fatti, dal 2012 non riesco a scegliere un solo episodio: tutta la stagione è stata memorabile.

The Magical Frenchman

L’aria del GP di casa, a Le Mans, è stata magica anche nel 2017, specialmente perché con noi c’era Johann Zarco. Era la sua stagione d’esordio e il suo primo GP di casa in assoluto in sella ad una MotoGP. Riuscì a qualificarsi bene e fece una gara spettacolare, sostenendo il passo delle Yamaha ufficiali. Durante l’ultimo girodi bagarre Valentino finì fuori e Johann conquistò il secondo posto. È stato il suo primo podio nella Moto GP, a casa, ed è stato incredibile, il pubblico era impazzito, indimenticabile. Per me è uno dei momenti più intensi della storia del team Monster Energy Tech 3.”

“Perché? Ottenere un risultato del genere, nell’anno dell’esordio e davanti ai connazionali, con la famiglia e gli amici nel paddock pronti a festeggiare tutti assieme. Oltretutto in certe nazioni la MotoGP è più seguita e apprezzata che in altre, e la Francia è sicuramente tra quelle dove lapassione è più alta e dove le gare radunano più spettatori. Quando poi ci sono eventi del genere ne parlano anche i media non di settore: storie del genere aiutano lo sport ad accrescere i propri appassionati.”

Il curioso caso del tedesco prodigio

“Nel 2017 abbiamo avuto con noi un altro rookie che ci manca moltissimo: Jonas Folger. Quella stagione stava andando bene per molti versi, ma stava andando meglio per Johann Zarco. Potevo vedere in Jonas le stesse qualità e potenzialità che aveva Johann, ma che non riuscivano a materializzarsi.”

“La gara al Sachsenring è stata sensazionale. Jonas è una persona non molto sicura di sé, è abbastanza schivo e timido, non dà la stessa confidenza di Johann. Era un po’ nell’ombra. Il Sachsenring era la sua gara di casa e il tracciato non era molto favorevole alla Yamaha, tanto è vero che i due piloti ufficiali e Johann faticavano a tenere il passo.”

“Così non abbiamo potuto credere ai nostri occhi quando Jonas, dopo una partenza incredibile, ha preso il comando della gara passando Marc Marquez. Jonas ha gestito la gara benissimo e nel momento in cui Marc lo ha passato gli è rimasto incollato fino all’ultimo giro. Marc ha continuato a spingere fino alla fine, eppure Jonas era sempre lìdietro di lui, e Marc ha dichiarato di non essere stato sicuro di riuscire a tenerlo dietro fino alla fine. Una frase che per noi è stata un’altra soddisfazione in una giornata da incorniciare.” 

Molti saputelli del paddock mi hanno dato del pazzo, perciò quando Joans ha dimostrato quanto valesse in realtà è stata una piccola rivincita.”


“Jonas ha attraversato alcuni momenti altalenanti, ma io l’ho riconfermato quasi subito. Molti saputelli del paddock mi hanno dato del pazzo, perciò quando Joans ha dimostrato quanto valesse in realtà è stata una piccola rivincita. Zarco in Francia e Folger in Germania? L’aria di casa è stato un gran bel filo conduttore nel 2017.

A un soffio dalla prima vittoria

 “Ancora una volta Johann. Questa volta a Valencia, durante l’ultimo round della stagione 2017. La sua stagione da rookie è stata incredibile, con podi e pole position, ma sognavamo di poter arrivare anche alla vittoria. Credo che non fossimo mai stati così vicini come a Valencia: Johann ha guidato la maggior parte della gara. Pensavo che Marquez fosse il favorito, ma quando è scivolato alla curva 1 ho pensato: ‘È l’occasione per vincere!’.”

“Le Ducati si stavano dando battaglia e Dani Pedrosa era in scia, ma non abbastanza vicino per attaccare. Abbiamo sognato a lungo una gara come quella e siamo rimasti un po’ amareggiati dal fatto di averla persa all’ultimo giro. È stato comunque un weekend fantastico per concludere quella stagione. Ci siamo avviati alla cerimonia di premiazione già con l’idea che il 2018 potesse andare ancora meglio, ma ci chiedevamo che supporto avremmo potuto ottenere dalla casa ufficiale dopo quello che avevamo conquistato. Il resto è storia.”