Ci scommettiamo le saponette: ogni smanettone ha, almeno una volta nella sua vita, sentito parlare di Lightech. D’altronde uno degli argomenti, ma che diciamo, l’argomento più gettonato al bar del passo, nelle pit-lane e durante le cene di famiglia, è senza alcun dubbio la prossima modifica. Escludendo il discorso dell’aumento delle prestazioni, l’abc delle modifiche estetiche inizia con componenti come leve, viteria, portatarga, specchi e tamponi vari – immancabilmente anodizzati con colori abbinati alla livrea della moto.

A voler essere precisi, Lightech non è solo questo. L’impegno dell’azienda italiana non si limita alle semplici modifiche estetiche, ma a tutto ciò che riguarda componenti in alluminio, titanio, magnesio, carbonio… Stiamo parlando di pedane arretrate, semimanubri, oltre al materiale per il paddock e così via.

Così, quando recentemente ci è capitata l’occasione di una chiacchierata con Diego Uliana, Direttore Generale di Lightech, non ce la siamo lasciata sfuggire e, anzi, ne abbiamo tratto questa interessante intervista. Ecco le sue risposte alle nostre curiosità e anche qualche anticipazione dal futuro dei componenti di Lightech…

Diego, iniziamo con un salto nel passato: ci racconti l’evoluzione di Lightech negli anni?

“Lightech è l’azienda che da più di 25 anni realizza chicche per le belve di smanettoni e di piloti. Nasce nel ’97 dalla passione e dall’azienda di famiglia di Fabrizio Furlan – oggi titolare. Allora Fabrizio correva nel Mondiale Superbike e, nel momento in cui ha smesso con il Campionato, ha preso in mano le redini dell’attività: da torneria l’ha trasformata in un’azienda che faceva parti per le moto. Ha cominciato con la viteria in ergal per poi sviluppare altri prodotti.”

“Il marchio Lightech nasce dunque dalla passione per il mondo del racing, per le supersportive race replica, ma con il passare degli anni, e con lo sviluppo di nuovi mercati, sono state le naked a farla da padrone. È seguito quindi uno sviluppo totale per tutto ciò che aveva applicazioni stradali come portatarga, protezioni telaio, leve, pedane, tappi e viteria. Dalla piccola azienda che era, ecco che Lightech si è così trasformata nell’organizzazione che è oggi: uno dei player del settore presente a livello globale. Proprio la sua presenza in tutto il mondo ha richiesto l’utilizzo di venditori intermediari, ovvero tutti i vari distributori presenti nelle specifiche aree geografiche; ecco perché non troviamo negozi e punti vendita unicamente brandizzati Lightech.”

“Se guardiamo a dieci anni fa, servivamo il 70% dei team del Mondiale Superbike e Supersport e quindi eravamo presenti con il nostro materiale. Come avevo accennato, ci siamo poi allontanati dalla SBK e per seguire MotoGP e Moto2. Un esempio ne è proprio la collaborazione di sviluppo tecnico con Speedup, il team di Luca Boscoscuro. In questo modo siamo usciti volontariamente dalle competizioni nazionali, come il National e il CIV, prediligendo lo sviluppo ai massimi livelli.”

E ora, tornando al presente e guardando al futuro, quali sono le prospettive di Lightech nelle gare?

“Quest’anno stiamo ritornando a bomba e a tutto tondo con alcune collaborazioni inedite: Team GMT94 Yamaha Superbike, Team Roc’N’Dea di Roccoli e De Angelis (che fanno correre piloti nei campionati R3, R7 e nella Women’s European Championship 2023), 511 Racing Team – totalmente al femminile; e poi ancora Team MC7 Corse – con Gamarino su Aprilia – e Team Renzi Corse, con Ducati. E questi sono solo alcuni esempi. Con ognuno di loro collaboriamo a stretto giro per realizzare soluzioni dedicate e su misura: l’obiettivo è quello di garantire un livello di rifinitura delle moto ottimale.”

Sostenete anche quei team che credono e investono nella componente femminile, è una scelta che rispecchia i valori della direzione di Lightech?

“Assolutamente sì, riteniamo che tutti i piloti meritevoli, indipendentemente dal genere, debbano avere la possibilità di esprimere il loro potenziale; in fin dei conti nel motorsport è il cronometro ad avere l’ultima parola. Inoltre nel mondo delle corse, la presenza femminile risulta essere ancora una novità e, come tale, presenta delle sfide; sfide che Lightech ha accolto per sperimentare soluzioni apposite e inedite, dedicate alle pilotesse.”

Immagino quindi  che questo sviluppo sperimentale e collaborativo vi aiuti a ideare soluzioni nuove da portare sul mercato…

“Esatto, a partire dalle esigenze specifiche (come la realizzazione di parti su misura secondo le dimensioni dei piloti) puntiamo a migliorare le componenti e, con sei team, tali soluzioni vengono fuori – nonostante ci richieda un grande impegno in termini di tempi ed energie. D’altra parte, non avrebbe senso fornire prodotti standard così come li si trovano sugli scaffali.”

Ma esattamente che tipo di impegno comporta realizzare componenti per le corse?

“Una componente che ha assorbito buona parte delle nostre attenzioni sono le pedane racing, totalmente diverse dalle sportive stradali. Un esempio concreto, sono quelle che abbiamo realizzato per le Yamaha R1, delle quali stiamo ricevendo feedback totalmente positivi (anche dagli ingegneri ufficiali di Iwata, in occasione dei test a Imola). Senza sbilanciarmi troppo, sembrerebbe che siano quelle che meglio si adattano al funzionamento del cambio elettronico delle supersportive Yamaha.”

“Un altro esempio, sempre in tema di pedane arretrate e regolabili, sono quelle che abbiamo sviluppato per le Ducati Panigale V2 – moto utilizzate nel Mondiale Supersport. Le abbiamo fatte e rifatte, perché volevamo ottenere un risultato impeccabile in termini di sostituibilità immediata. Sostituire il pezzo nel minore tempo possibile è probabilmente la qualità più importante di ogni componente in caso di una rottura. Senza andare troppo nello specifico, con la V2, la difficoltà maggiore è stata ideare il fissaggio rispettando gli ingombri del forcellone monobraccio.”

In LighTech, come dicevi, vi occupate di accessori a 360 gradi, quali sono le altre novità per il 2023?

“Abbiamo rivisto il mondo delle leve freno e frizione: forme nuove, nuovi sistemi di regolazione e meno gioco possibile. Il tutto combinando diverse tipologie di materiali. Quasi tutti i competitor utilizzano l’alluminio, noi usiamo il magnesio: più difficile da lavorare e richiede stampi per la pressofusione molto più costosi, ma il risultato giustifica gli sforzi. Se per gli amatori la differenza non apparirà abissale, per i team la riduzione di peso, anche di pochi grammi, è fondamentale.”

“Continuando con una carrellata rapida, le novità sono racchiuse anche nei bracciali e tubi manubrio, caratterizzati da una maggiore resistenza meccanica e spessori rivisti, e nei tappi serbatoio a sgancio rapido, che sono stati completamente riprogettati. Poi ci sono le nuove vaschette del liquido freno e frizione, che ora realizziamo in casa non solo per la parte esterna anodizzata, ma anche per quanto riguarda il vero e proprio contenitore in plastica interno, il tutto per garantire una maggiore qualità.”

Qual è la componente di cui siete più orgogliosi?

“A costo di sembrare ripetitivo, ti rispondo: le pedane. In parte per il feedback ricevuto su quelle da pista, in parte per l’impegno messo per quelle ‘da strada’ – quelle pensate per accontentare tutti. Mi spiego meglio: c’è l’amatore che vuole la pedana sportiva, ma c’è anche quello che va al bar e ha bisogno di una soluzione non estrema. Per aggiungere un tocco di ulteriore complessità alla questione, devono essere tutte omologate; sapete immaginarvi il lavoro che ogni anno dobbiamo fare per adeguare le componenti alle novità? Oltre alle nuove soluzioni degli agganci al telaio, c’è la componente elettronica, che si evolve alla velocità della luce con i suoi sensori, ABS, quick-shifter e blipper… L’obiettivo è ottenere una totale affidabilità, un’interfacciabilità impeccabile con la sensoristica e componenti plug&play.”

Per la pista, invece, dove non serve avere il sensore del freno e si possono evitare le costose pratiche di omologazione, ci concentriamo sul funzionamento meccanico, sulla rigidità e sulla qualità dei materiali per avere pochi pezzi – meno roba c’è e meno si rompe. Inoltre, il paratacchi è pensato per evitare l’aggancio con gli stivali; il tutto grazie a un materiale composito inedito molto resistente: questo è proprio un dettaglio che arriverà a presto anche per molti altri accessori.”

Dunque, quando gli smanettoni potranno acquistare le novità sviluppate in ambito racing?

“Presto, appena la fase di test con i piloti e con i team sarà conclusa: ci saranno anche alcune chicche che vi piaceranno, ma che non possiamo ancora anticiparvi.”

Prima di concludere, una domanda un po’ meno tecnica e più generale: perché un motociclista dovrebbe scegliere Lightech?

“Per esperienza so che voi smanettoni siete molto influenzabili dal design, quindi dal gusto personale, e dalla qualità delle componenti. L’impegno di Lightech si concretizza nel realizzare parti originali innovative garantendo compatibilità perfetta con ogni tipo di due ruote. Se a volte i prezzi sono più alti è proprio perché ci facciamo carico di sviluppare da zero soluzioni inedite, seguendo, anno per anno, le evoluzioni e gli aggiornamenti. A voi le conclusioni.”

Come ultima domanda, assodato che la presenza di marchi cinesi si fa sempre più forte, state sviluppando un catalogo dedicato alle new entry asiatiche?

“Vi confido che ogni settimana abbiamo una nuova moto da studiare in azienda e che spesso si tratta di un esemplare cinese. Sappiamo che coloro che le acquistano fanno fatica a trovare accessori per impreziosirle e stiamo lavorando affinché possano contare sulle nostre proposte. Un esempio per tutte è proprio la sportiva di CFMoto, la 450SR: per lei abbiamo quasi pronto tutto il materiale che si può già ordinare presso i nostri rivenditori.”