Sono tanti quelli che si rifiutano di usarlo, ma il freno posteriore in moto può diventare utile quanto quello anteriore. Trasformarlo in uno strumento di uso quotidiano è solo questione di abitudine e pratica.
Nel mondo delle moto, si trova sempre qualcuno che ha la propria idea e la dispensa agli altri come se fosse un vangelo. Spesso si tratta di persone dalle dubbie capacità tecniche, ma dotate di tale sicurezza che insinuano il tarlo del dubbio nei motociclisti più scrupolosi o insicuri. Di solito parlano per luoghi comuni e, tra questi, uno dei più gettonati è relativo al freno posteriore; il quale si suppone non debba mai essere usato perché inutile o dannoso. Al contrario, in generale l’uso “sapiente” del freno posteriore viene considerato come una tecnica avanzata di guida. Di quelle che consentono di riconoscere il vero motociclista dal livello di guida avanzato.
Il freno posteriore, infatti, se usato correttamente, può rivelarsi un dispositivo tremendamente utile per la guida in moto su strada e anche in quella sportiva. Porta stabilità, migliora il trasferimento di carico in frenata e permette di correggere la traiettoria in curva. Inoltre, è pur sempre un ulteriore strumento per controllare la moto – assieme alla frizione, all’acceleratore e al freno anteriore.
Consigli per neofiti
Tanto per cominciare, se si è neofiti assoluti, il freno posteriore è una bella sicurezza. Come tutti sappiamo, se ci si fa prendere dal panico e si preme con forza il pedale su una superficie scivolosa, la ruota posteriore si bloccherà o causerà l’intervento dell’ABS (per chi lo ha) ma difficilmente questo ci farà cadere – a differenza di come accadrebbe bloccando l’anteriore. Nella guida di tutti i giorni conviene quindi abituarsi a premere assieme entrambi i freni, badando che il posteriore mantenga la sua funzione di stabilizzatore. In caso di marcia con passeggero il freno posteriore potrà essere usato con più forza diventando un prezioso alleato per quello anteriore.
Freno posteriore moto: consigli su come usarlo
1) Nel traffico, a bassa velocità, bilanciare il gas con il freno posteriore serve ad eliminare i giochi nella trasmissione; oltre a dare anche un controllo bidirezionale istantaneo della moto.
2) In caso si arrivi lunghi in curva basterà una leggera pressione sul freno posteriore per stringere la traiettoria senza infastidire l’avantreno.
3) L’inclinazione del pedale del freno è regolabile, quindi va sempre adattata al proprio piede. Bisogna assicurarsi di arrivare facilmente al pedale in tutte le fasi della guida; anche quando ci si trova in piega, con il sedere fuori dalla sella. Non deve essere nemmeno posto troppo in alto, costringendovi a staccare lo stivale dal poggiapiede per frenare o forzando la caviglia in modo innaturale.
4) Un leggera pressione sul freno posteriore, prima di tirare la leva dell’anteriore, riduce il processo di trasferimento di carico verso la ruota anteriore. In questo modo si riescono ad evitare i casi di sollevamento del posteriore, causati ad esempio in forti frenate di emergenza in cui si scivoli in avanti dalla sella, sul serbatoio.
5) Il freno posteriore, a cominciare dalla pompa e dal pedale, tende ad accumulare molto più sporco dell’anteriore, proprio in virtù della sua posizione. Pulite la pinza e controllate le pastiglie regolarmente.
Freno posteriore moto: come lo usano i piloti?
Il freno posteriore con comando a manubrio di Mick Doohan fu il primo indizio che i piloti veri ne facevano uso. Venne montato sulla sua Honda NSR500 dopo che il terribile incidente di Assen lo lasciò con una gamba bloccata alla caviglia, impossibilitato ad agire sul tradizionale pedale del freno. Da quel momento in poi, ammettere l’uso del freno posteriore non fu più una vergogna epocale. Anzi, è vero il contrario, visto che tutti i piloti adottano qualsiasi arma nel loro arsenale pur di migliorare il tempo sul giro. E il freno posteriore è esattamente questo: uno strumento.
Nella maggior parte dei casi il freno posteriore viene usato per controllare le impennate, stabilizzare la ciclistica innervosita, o dosare meglio l’erogazione di potenza in uscita di curva. Il controllo delle impennate è abbastanza intuitivo, com’è facile immaginare.
Stabilizzare la ciclistica è una funzione meno ovvia. Tuttavia, certi piloti sostengono l’utilità di toccare il freno posteriore una frazione di secondo prima di quello anteriore, in modo da abbassare il retrotreno e diminuire il trasferimento di carico all’avantreno in frenata. Il punto debole di questo approccio è che l’affondamento, in realtà, contribuisce a caricare l’anteriore, aumentando il livello di grip della ruota; è altrettanto vero, però, che caricando il posteriore se ne riduce il serpeggiamento (ma lo stesso risultato può essere ottenuto lavorando in maniera professionale sulla regolazione delle sospensioni).
Un altro caso in cui è utile sfruttare il freno posteriore in moto riguarda la possibilità di addolcire l’erogazione del motore e limitare l’estensione della forcella in uscita di curva (migliorando quindi la percorrenza della traiettoria scelta). Ovviamente, se il motore e la ciclistica sono stati impostati a dovere non ci dovrebbe essere bisogno di ricorrere a questi correttivi; oltretutto, l’avvento dei sistemi di controllo di trazione ne stanno eliminando progressivamente l’utilità.