Aggiornamento 25/03/2020: clicca qui per le prime impressioni dalla prova della Ducati Streetfighter V4S
Eravamo certi che a Borgo Panigale avrebbero esagerato con la loro nuova, attesissima Supernaked basata sulla Panigale V4. Ma per quanto ce l’avessero già fatta intravedere come prototipo durante l’ultima edizione della Pikes Peak International Hillclimb, nel momento in cui abbiamo potuto ammirare la Ducati Streetfighter V4 dal vivo e, soprattutto, quando ne abbiamo letto le specifiche definitive, sui nostri sguardi si è formata un’espressione a metà tra la pura, incontenibile eccitazione e un po’ di sano… terrore!
Eh sì, perché parliamo di cifre ai limiti della follia per una moto senza carene: 208cv dichiarati abbinati a un peso a secco di 178kg per la versione S. Giusto per contestualizzare, l’attuale regina incontrastata delle Supernaked, l’Aprilia Tuono Factory, dichiara 175cv e 185kg…
Più coppia e doppie ali
La Streetfighter, in breve, è una Panigale V4 spogliata dalle carene, con manubrio alto e largo e con prestazioni tenute a bada da un pacchetto elettronico di ultima generazione e ali biplano. Queste ultime si occupano di creare deportanza sull’avantreno (aumentandone il peso di ben 28kg a 270km/h) per evitare che oltre certe velocità, moto e pilota… ehm, decollino.
Ovviamente, nell’operazione di trasformazione da carenata a nuda, sono stati effettuati vari interventi per adattare il pacchetto originale della Panigale V4 in qualcosa di più sfruttabile nell’uso tipico di una nuda, ma in realtà, a ben guardare, non è che gli ingegneri Ducati abbiano cambiato proprio tante cose…
L’ergonomia è stata rivista con una nuova postura più comoda per il pilota (oltre al manubrio da naked ci sono una sella più confortevole e pedane meno alte ed arretrate), mentre il motore ha subito modifiche tutto sommato di secondo piano rispetto al missilistico V4 1.103cc di derivazione MotoGP della Panigale.
Nello specifico, la rapportatura finale è più corta e una nuova mappatura sacrifica qualche cavallo agli alti per garantire un’erogazione più vigorosa ai bassi regimi e più fluida lungo tutto l’arco di spinta. Per migliorare il comfort nella guida in città è prevista la disattivazione automatica dei cilindri della bancata posteriore al minimo quando la temperatura dell’acqua supera i 75°.
Dotazioni da SBK
Anche per quanto riguarda la ciclistica, le differenze rispetto alla Panigale V4 possono considerarsi marginali. Confermati il telaio Front-Frame monoscocca (che sfrutta il motore come elemento portante), il forcellone monobraccio in alluminio e le sospensioni completamente regolabili (Showa e Sachs “meccaniche” sulla versione base, Öhlins semiattive sulla S), non cambiano nemmeno le quote ciclistiche dell’avantreno: il cannotto di sterzo è inclinato a 24,5°, mentre l’avancorsa misura 100mm (in entrambi i casi, abbiamo gli stessi valori della Panigale).
La scelta di non aprire lo sterzo (modifica sulla carta più ovvia per aumentare carico sull’anteriore e stabilità in velocità) nasce dalla volontà di non sacrificare né la maneggevolezza, né il feeling sull’avantreno. Evidentemente in Ducati non vogliono ricadere negli errori fatti con la vecchia Streetfighter 1098…
Alla luce di questo si intuisce anche l’importanza delle ali biplano che, in pratica, si occupano di garantire alla Streetfighter maggiore stabilità e solidità dell’avantreno in diverse situazioni: oltre a ridurre il galleggiamento della ruota anteriore alle alte velocità, limitano la tendenza all’impennata e incrementano la stabilità durante le fasi di frenata, ingresso e percorrenza di curva.
I freni sono gli stessi della Panigale V4, con pinze monoblocco Brembo Stylema e dischi anteriori da 330mm.
Elettronica al top
Anche per l’elettronica gli ingegneri Ducati sono andati sul sicuro, confermando il pacchetto di aiuti high-tech della Panigale V4: abbiamo dunque l’acceleratore ride by wire e una piattaforma inerziale a 6 assi in grado di rilevare in tempo reale angolo di rollio, di imbardata e di beccheggio della moto.
Tutto questo consente di avere sulla Streetfighter qualsiasi tipo di controllo/aiuto elettronico attualmente disponibile sulle race replica top di gamma: ABS Cornering, traction, slide, wheelie, engine brake e launch control, oltre al quickshifter bidirezionale.
Per concludere, in attesa di mettere le mani sulla Ducati Streetfighter V4 (il press test è previsto per il prossimo marzo, come pure l’arrivo della moto dai concessionari), due notizie – una bella, una brutta. Quella bella è che gli intervalli di manutenzione rimangono quelli, molto ampi, delle Ducati di ultima generazione: regolazione del gioco valvole ogni 24.000 km e tagliandi ogni 12.000 Km/12 mesi. Quella brutta è che i prezzi saranno più da SBK Replica che non da Supernaked: 19.990 euro per la Streetfighter standard, 22.990 per la S. Cominciate a risparmiare…