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Le gomme da pista oggi sono sempre più performanti. Così performanti da rendere inutile l’uso delle slick? Per scoprirlo, e per capire che differenza passi tra vari livelli di pneumatici ad alte prestazioni, abbiamo messo a confronto la gamma sportiva Continental al Cremona Circuit. Facendoci aiutare da un ospite molto veloce…

Testo: Aigor Foto: Photohouse, I.B.

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Negli ultimi 20 anni il progresso nel mondo delle moto è stato a dir poco vertiginoso. Potenze, velocità, ciclistiche, sospensioni, freni, elettronica… Non è esagerato dire che una maxisportiva attuale (qui trovate la nostra comparativa su strada con le novità 2020), lasciata di serie e portata in pista senza alcun adattamento, potrebbe tranquillamente giocarsela con una SBK da mondiale del decennio scorso. E lo stesso vale per le gomme, che, se possibile, si sono avvantaggiate di un’evoluzione ancor più impressionante.

Oggi possiamo trovare in commercio pneumatici sportivi che non solo sono perfetti per le sparate del weekend, ma si adattano senza problemi all’uso di tutti i giorni, anche sul bagnato, e possono fornire sufficiente grip pure per una giornata in pista. Troppo bello per essere vero? Eh no, è la realtà. E noi non possiamo che esserne felici, considerando che le migliori gomme da trackday di inizio anni 2000 molto probabilmente non assicuravano le prestazioni garantite oggi dalle nostre “umili” coperture sportive stradali.

Scegliere la giusta gomma: un dilemma da smanettoni

Tutto questo, d’altra parte, ha fatto nascere una nuova questione: se le capacità dei pneumatici sportivi sono così cresciute, ha ancora senso puntare a prodotti tecnici e specialistici, o addirittura alle slick, per divertirsi a dare gas in una giornata in pista? E quanta differenza c’è in termini di sensazioni, feeling, guida e… tempi sul giro, tra i vari tipi di gomme? È proprio per rispondere a queste domande che abbiamo organizzato questo test.

Ci siamo rivolti a Continental, azienda leader mondiale nel campo dei pneumatici, che da una decina d’anni a questa parte ha visto salire la propria popolarità anche tra i motociclisti, e gli abbiamo chiesto di fornirci tre tipologie di gomme sportive, di livello crescente, per una comparativa al Cremona Circuit. Ci siamo dunque fatti dare delle sportive stradali – le ContiSportAttack 4 – delle sportive da pista omologate – le ContiRaceAttack 2 Street – e delle racing senza compromessi – le slick ContiTrack.

Per assicurare l’assoluta attendibilità del test, abbiamo provato le gomme in tre, alternandoci sulla stessa moto – una BMW S1000RR con pacchetto M, regolata con assetto specifico per l’uso in circuito. Io e Lore abbiamo testato ogni pneumatico concentrandoci in particolare sulle sensazioni di guida, mentre abbiamo demandato al nostro ospite Andrea Mantovani, il compito di fornirci dei riferimenti cronometrici attendibili e ripetibili, per capire quanta differenza ci sia, in termini di puri e semplici tempi sul giro, tra una gomma e l’altra.

Pronti per cominciare?

Andrea Mantovani

Andrea Mantovani: lui sì che ribalta il gas

Il pilota: Andrea Mantovani

Per aiutarci con le sensazioni di fino, mettendo alla frusta le Continental con delle sessioni davvero tirate, questa volta abbiamo chiamato Andrea Mantovani. Classe 1994, nato a Ferrara, Andrea corre con il Team Tutapista nella Superbike del CIV e lo abbiamo conosciuto tramite uno dei suoi sponsor, Planet Contract (www.planetcontract.com). Da semplici “smanettoni esperti” quali siamo, tra le sue credenziali ci ha impressionati in particolare il suo miglior giro al Mugello: 1’50”2 con la S1000RR 2018 da gara.

Ci ha detto che con quella moto aveva un feeling particolare, ma vedendolo in pista con la nuova BMW di serie, sembrerebbe che il feeling possa trovarlo al volo con qualsiasi cosa. Per di più con una precisione e una disponibilità una volta tornato ai box, da autentico professionista della moto. Ma d’altronde avremmo dovuto aspettarcelo: nella vita Andrea è anche istruttore di guida e socio attivo di un’azienda che produce particolari in carbonio. Seguitelo su Instagram: @manto_9

ContiSportAttack 4 – Tempo sul giro: 1’38”659

Le ContiSportAttack 4 sono le gomme con cui cominciamo. Sono coperture stradali, quindi i tecnici Continental ci suggeriscono di non usare le termocoperte: entrando in pista a pneumatici freddi avremo modo di apprezzarne la velocità di riscaldamento. Onestamente mi fido di quanto dicono, ma, visti i 197,6cv alla ruota che ho sotto al sedere, quantomeno tengo il traction control regolato a -2 (abbastanza alto considerando che l’intervento, sulla S1000RR in modalità Race, si può settare in crescendo da -7 a +7).

Una volta in pista, sono subito colpito dalla confidenza trasmessa dalle SportAttack 4. Sono le mie prime curve della giornata, e solitamente, quando vado in pista per un test, preferisco dedicare qualche minuto del turno iniziale a togliermi la ruggine, a conoscere la moto e, soprattutto, a capire cosa aspettarmi dalle gomme. In questo caso, però, il feeling è talmente istantaneo che alla quarta curva dopo essere uscito dalla pitlane (la terza a destra), mi ritrovo con la massima naturalezza a toccare già col ginocchio a terra. Ok, la giornata è caldissima, l’asfalto è bollente e conosco il Cremona Circuit e la S1000RR a menadito. Ma onestamente non ricordo di aver mai grattato le saponette a un trackday prima ancora di aver fatto mezzo giro di pista.

Col proseguire del turno il senso di confidenza non fa che salire, e in questo aiutano sicuramente due fattori. Primo, da buone gomme stradali, le SportAttack 4 sono piuttosto progressive negli ingressi in curva – e in generale in tutti i cambi di direzione. Non che siano lente, intendiamoci, ma portano la moto a cambiare inclinazione esattamente di quel tanto che le impongo, senza “amplificare” i miei comandi e lasciandomi dunque tempo e margine per ponderare bene quello che sto facendo. In secondo luogo sono molto neutre, nel senso che non mi danno l’impressione di avere qualche caratteristica particolare o qualche “stranezza” che vada a imporsi nella guida della S1000RR.

Tutto bene dunque? Beh, fino a qui sì. Non sto andando fortissimo ma nemmeno così piano, e in ogni caso le SportAttack 4 non sembrano soffrire particolarmente, se non in uscita da un paio di curve del Cremona Circuit, dove sento che il TC taglia parecchia potenza finché la moto non è quasi del tutto dritta.

Limiti di aderenza

La situazione inizia a cambiare quando abbasso il TC a -5, alzo il ritmo, ed esco ufficialmente dalla condizione di “pistaiolo occasionale” dei primi giri, per passare a quella di “amatore veloce”. Finché continuo a guidare pulito e con traiettorie morbide, le gomme si comportano ancora abbastanza bene, sebbene la spia sul cruscotto mi segnali l’intervento del traction all’uscita praticamente da ogni curva. I nodi (ovvero i limiti da gomme stradali) alla fine vengono al pettine quando mi supera un pilota che sta andando leggermente più veloce di me. Istintivamente provo a tenerne il passo, forzando un po’ la mano e spalancando il gas meno dolcemente.

Quello che ottengo in cambio, fin dalle prime curve, sono un paio di ampie derapate del posteriore che, seppur ben gestite dall’elettronica BMW, mi fanno capire che non è il caso di spingersi oltre. L’anteriore, in realtà, non mi dà segnali allarmanti; ma allo stesso tempo non mi trasmette quel feeling da “battistrada che morde l’asfalto”, assolutamente fondamentale per osare come si deve negli ingressi tirati e coi freni in mano.

Altra caratteristica da gomma stradale che noto col passare dei giri (e con l’aumentare degli angoli di piega) è una certa rigidezza di carcassa, che sembra impedire alle SportAttack 4 di “spalmarsi” bene a terra alle massime inclinazioni, e poi mantenere stabilmente la linea imposta. Per dare l’idea, negli ultimi centimetri di spalla non mi sento abbastanza confidenza da provare a fare gomito a terra in totale sicurezza. E del resto, per fare certe porcate, tra poco avrò a disposizione gomme più adatte.

Continental SportAttack 4: come sono fatte?

Dedicate espressamente a naked e race replica, le nuove sportive stradali di Continental si presentano con un battistrada meno intagliato e più aggressivo rispetto alle SportAttack 3. E cambia anche tutto il resto, a partire dalla mescola BlackChili Sport e dal profilo. La prima è stata studiata per offrire maggior grip e trazione, il secondo è ottimizzato per generare una maggiore area di contatto (per delle coperture stradali) ai massimi angoli di piega. Per questi motivi sono adatte anche a uscite in pista occasionali in cerca del divertimento, ma non del tempo sul giro. In compenso, molta attenzione è stata riservata alla versatilità nell’uso quotidiano. Continental infatti sottolinea i tempi di riscaldamento ridotti al minimo e la tecnologia RainGrip, con una mescola ottimizzata per l’aderenza sul bagnato tramite l’uso di silice.

Sempre in tema di mescola, le SportAttack 4 ne hanno una sola, ma vulcanizzata in maniera differenziata con il metodo MultiGrip: in questo modo si ottengono diverse caratteristiche di aderenza e resistenza all’usura tra spalle e fascia centrale. Infine, niente cera sulle gomme nuove grazie alla tecnologia TractionSkin: gli stampi Continental non richiedono distaccanti in fase di produzione.

Pressioni a caldo utilizzate nel test: ant. 2,3 bar; post. 1,9 bar.

Andrea Mantovani

Andrea Mantovani: lui sì che ribalta il gas

L’Opinione del Pilota

“Le ContiSportAttack 4 a mio parere sono delle ottime gomme per chi guida in strada e vuole andare a fare un paio di pistate all’anno. Intendo chi parte da casa, fa benzina, si diverte tra i cordoli per qualche turno e poi sale di nuovo in sella per tornare a casa con la stessa moto e le stesse gomme. Il feeling iniziale è fantastico: bastano tre curve di numero per mettere il ginocchio a terra e trovare una confidenza eccezionale. In più, da buone stradali, sono gomme molto direzionali, nel senso che ti portano sempre dove hai in mente di farle andare: basta guardare un punto perché la moto finisca lì.

Ovviamente quando i ritmi si alzano, escono i limiti. Non offrono abbastanza grip per pensare di ottenere tempi sul giro interessanti, soprattutto in una giornata rovente come quella del nostro test, ma a conti fatti sono gomme con cui in pista ci si può divertire, e sono incredibilmente semplici da utilizzare: penso siano queste le loro caratteristiche migliori.”

ContiRaceAttack 2 Street – Tempo sul giro: 1’34”597

Le seconde gomme che proviamo sono le RaceAttack 2 Street. I tecnici Continental ci spiegano che si tratta di coperture omologate per l’uso stradale, anche se loro stessi ne consigliano l’uso, al di fuori dei cordoli, soprattutto per la guida sportiva in condizioni ottimali. Pur vantando tempi di riscaldamento veloci e una certa versatilità d’utilizzo, sono infatti gomme progettate per dare il meglio a temperature operative piuttosto elevate – in pratica, quelle a cui le SportAttack 4 in pista iniziano a soffrire – dunque sarebbero un po’ sprecate in mancanza di asfalti caldi e asciutti e ritmi belli sostenuti.

Detto questo, non sono certo pneumatici che vi lasciano in braghe di tela se avete intenzione di usarli per la sparata del weekend (o per recarvi a un trackday direttamente in moto). Anche in questo caso, quindi, ci fanno entrare senza termocoperte, con l’unica accortezza di dar tempo alle RaceAttack 2 Street di scaldarsi per circa un giro.

Una volta in pista le prime impressioni sono diverse da quelle provate con le SportAttack 4. Per cominciare noto che sono meno neutre, nel senso che richiedono movimenti più decisi e più lavoro su sterzo e pedane per mettere in pratica i miei comandi – finché rimango col sedere piantato sulla sella la moto tende a rimanere sulla sua linea. Questo fa sì che non riesca a provare subito lo stesso feeling che avevo sperimentato prima – mi serve un giro abbondante prima di iniziare a “sentire” le gomme che lavorano. Ma da lì in poi, le cose iniziano a funzionare sul serio.

Un salto abissale

Le differenze rispetto alle SportAttack 4 si fanno abissali non appena prendo in mano la situazione e alzo il ritmo – immediatamente le caratteristiche da gomme racing vengono a galla. Feeling in ingresso, stabilità in piega, senso di appoggio della gomma alla massima inclinazione, puro e semplice grip – siamo nettamente su un altro livello di prestazioni e sensazioni rispetto a delle gomme stradali. E, soprattutto, ora ho la chiara percezione di avere ciò che mi serve per sfruttare il potenziale della S1000RR.

Iniziamo dal grip. Non è nemmeno paragonabile a quello delle coperture stradali. In questo caso, in particolare, sono stupito da quanto tenga il posteriore. Ho il TC a -5, ovvero quasi al minimo, eppure, per quanto stia girando 3” abbondanti più forte di prima, non avverto il minimo segno di cedimento dalla gomma dietro, nemmeno quando mi metto a spalancare il gas a moto ancora inclinata. Sento che l’elettronica BMW sta intervenendo più per farmi rimanere con l’anteriore attaccato a terra, che non per rimediare a qualche perdita di grip. E anche quando, verso fine turno, avverto che il posteriore inizia un pochino a scivolare, si tratta comunque di accenni di derapata dolci e ben controllati, non di vere e proprie scodate.

Molto bene anche in ingresso di curva. L’unica caratteristica che forse tradisce l’omologazione stradale delle RaceAttack 2 Street è che mancano di un po’ di quella tendenza a “cadere” in piega delle gomme racing più aggressive, ma per me non è un difetto, visto che quel minimo che viene sacrificato in fatto di agilità e di velocità in ingresso, viene restituito in quanto a feeling.

Feeling in abbondanza

E a proposito di feeling, siamo su un altro piano rispetto alle gomme stradali, e anche la guida che ne deriva è di tutt’altro livello rispetto alle SportAttack 4. Negli ingressi coi freni in mano e alla massima inclinazione in percorrenza le RaceAttack 2 Street mi danno gran confidenza, rimangono stabili e mi danno sempre l’impressione lasciarmi del margine per osare ancora di più: non solo mi sento di avere a disposizione ciò che serve per tirare fuori il pauroso potenziale della S1000RR, ma riesco a concentrarmi molto meglio sulla guida e sulle traiettorie. E, dettaglio non secondario, mi sento in pieno controllo e… mi diverto.

Va anche detto che, nel frattempo, le temperature al Cremona Circuit sono ulteriormente salite. Poco prima della pausa pranzo siamo arrivati oltre i 32° nell’aria, l’asfalto è letteralmente bollente e sentiamo molti piloti lamentarsi che non ci sia verso di avvicinare i propri best lap in queste condizioni. Le Continental, da parte loro, continuano a fare il loro dovere e quando rientriamo ai box dopo l’ultimo turno prima di passare alle slick (quattro in totale), mostrano un aspetto tutt’altro che sofferente – il battistrada appare pulito e consumato regolarmente.

Per quanto mi riguarda, posso dire di essere rimasto impressionato da queste RaceAttack 2 Street – la differenza rispetto alle SportAttack 4, in pista, è abissale. Se tra i cordoli vi interessa anche andare forte, oltre che semplicemente divertirvi, consentono di fare letteralmente un altro sport rispetto a delle normali gomme sportive stradali, sotto ogni aspetto. E sono sinceramente stupito da come in Continental siano riusciti a ottenere prestazioni e caratteristiche a tali livelli pur mantenendo l’omologazione per l’uso al di fuori dei circuiti. A questo punto sono curioso di scoprire quale ulteriore step metteranno in mostra le ContiTrack slick.

Continental RaceAttack 2 Street: come sono fatte?

Anche queste Continental strada-pista sono completamente nuove. In sostanza sono la versione omologata per l’uso su strada delle sorelle intagliate in mescola ContiRaceAttack 2. Non a caso la sola differenza da queste ultime è data dalla mescola BlackChili Hypersport, formulata per una maggiore durata e per garantire una versatilità adeguata alla guida su strada, per prima cosa non richiedendo necessariamente l’uso delle termocoperte.

Il battistrada privo di intagli sulle spalle, il profilo studiato per la massima superficie d’appoggio in piega e la costruzione ottimizzata per l’uso con pressioni ridotte, invece, sono tutte caratteristiche in comune con le RaceAttack 2. La tecnologia di produzione MultiGrip, che dona a una singola mescola diverse caratteristiche, è la stessa delle SportAttack 4.

Pressioni a caldo utilizzate nel test: ant. 2,3 bar; post. 1,8 bar.

Andrea Mantovani

Andrea Mantovani: lui sì che ribalta il gas

L’Opinione del Pilota

“Guardando le RaceAttack 2 Street, con quegli intagli relativamente fitti e profondi sul battistrada, si può essere ingannati dalla loro apparente natura stradale. Una volta in pista, però, il feeling che mi hanno dato è stato sorprendente, da vere gomme racing. In particolare consentono di spingere molto forte nelle staccate, mentre in uscita permettono aperture di gas veramente anticipate.

Personalmente le ho trovate delle ottime gomme, nettamente distinte dalle SportAttack come destinazione d’uso: se siete tra quegli amatori un po’ più esperti, che in pista ci vanno relativamente spesso e iniziano a volere una certa performance a supporto delle proprie capacità, credo che dovreste prenderle in considerazione.”

ContiTrack (mescola soft) – Tempo sul giro: 1’31”461

È la prima volta che mi capita di provare sulla stessa moto, nelle stesse condizioni, un treno di gomme slick dopo aver appena girato con le omologhe racing intagliate e ammetto di essere curioso di scoprire quanta differenza passi a livello di sensazioni e tempi sul giro. In questo caso, ovviamente, i tecnici Continental ci danno l’ok per partire solo dopo che le loro ContiTrack sono rimaste a cuocere per il tempo necessario nelle termocoperte. La mescola scelta è la soft, la più morbida, che dovrebbe essere anche quella più indicata per le temperature torride che ci sono oggi al Cremona Circuit.

Quando entro in pista le prime sensazioni sono molto simili a quelle delle RaceAttack 2. Sento subito che manca la neutralità tipica delle coperture stradali, nel senso che la discesa in piega è meno “rotonda”, ed è come se fossero le gomme stesse a portarti ad aggredire le curve, incitandoti a forzare fin da subito.

Per il resto, l’unica vera differenza che noto rispetto alle RaceAttack 2 sta nel fatto che entrando con le slick già in temperatura (prima invece NON avevamo usato le termocoperte), sono naturalmente portato ad alzare il ritmo fin dalle prime curve. E so anche che è una cosa che devo fare: il gran caldo di oggi probabilmente nasconderebbe il problema, ma per come sono fatte, le slick vedono calare nettamente le proprie prestazioni se lasciate scendere di temperatura: andare piano, o comunque percorrere qualche curva di troppo senza forzare, è il metodo perfetto per farle raffreddare… e cercarsi guai.

Le sensazioni che mi trasmettono le ContiTrack slick quando inizio a tirare (praticamente dopo mezzo giro) sono rassicuranti ed esaltanti sotto ogni aspetto. Come caratteristiche generali direi che non siamo distanti dalle gomme racing che ho provato poco fa. In pista il gap tra le RaceAttack 2 e queste slick, in particolare, mi sembra decisamente meno netto rispetto a quello (abissale) che ho notato tra le RaceAttack 2 e le SportAttack 4. Ma la differenza comunque c’è: è come se sulle slick ogni caratteristica delle gomme racing fosse esaltata all’ennesima potenza – dal feeling in ingresso, alla stabilità alla massima inclinazione, all’impressionante grip in uscita. Tornando ai box, la prima cosa che dico ai tecnici Continental quando mi chiedono come mi sia trovato, è: “Se vuoi davvero goderti tutto quello che può fare una S1000RR in pista, devi montare slick come queste!

Il limite non sono le slick

In effetti è così. La (piacevolissima) impressione dominante che provo durante ogni singolo giro con le ContiTrack è di dovermi preoccupare solo della guida, di dover pensare solo ad andare forte, invece che stare sul chi va là per avvertire eventuali segni di sofferenza da parte dell’avantreno in ingresso o del posteriore in uscita. Segni di sofferenza che, pur girando quasi due secondi più forte che con le RaceAttack 2 (e improvvisando le solite porcate gomito a terra in un paio di curve a ogni giro) non noto in nessun caso. Anzi, mi costa un po’ ammetterlo, ma arrivo a un punto in cui sento di essere io il vero limite del pacchetto moto-gomme.

C’è ancora così tanto grip al posteriore che mi verrebbe la tentazione di abbassare ulteriormente il TC (sono a -5, come consigliato da BMW con le gomme da pista. Il minimo è -7), o addirittura di spegnerlo, per provare a spararmi ancora più forte fuori da un paio di curve dove sento di avere del margine. E so anche che potrei osare di più all’ingresso di parecchie curve – soprattutto in quella lenta alla fine del lungo rettilineo opposto del Cremona Circuit e in quella da “fiducia totale nell’avantreno” subito dopo il traguardo.

Ma alla fine sono solo un umile smanettone della domenica, che pensa soprattutto a divertirsi e godersela quando gira in pista – e con le ContiTrack sulla S1000RR lo sto già facendo altroché. Per tirare fuori tutto l’enorme potenziale da gomme slick di questo livello, probabilmente, servono l’esperienza e il manico di un (veloce) pilota professionista come il nostro Andrea Mantovani.

E lui, da quanto ci dice, con le ContiTrack ha trovato decisamente il suo pane…

Continental ContiTrack: come sono fatte?

Naturalmente dedicate all’esclusivo uso tra i cordoli, le ContiTrack sono la cosa più appiccicosa che Continental abbia a catalogo per una moto. In comune con le altre gomme di questo test hanno la struttura con spiralatura a 0° in cavo d’acciaio (chiamata ZeroDegree) per massimizzare la stabilità alle velocità più elevate.

Ma per il resto sono tutta un’altra cosa. Gli obiettivi di sviluppo per queste slick sono stati la massima stabilità in frenata, una gran precisione in fase di impostazione della traiettoria e la miglior trazione in uscita. Per l’anteriore sono disponibili due mescole, soft e medium, nella classica misura 120/70; il posteriore è prodotto anche in variante hard, nelle misure 180/60 e 200/55.

Pressioni a caldo utilizzate nel test: ant. 2,3 bar; post. 1,8 bar.

Andrea Mantovani

Andrea Mantovani: lui sì che ribalta il gas

L’Opinione del Pilota

Con le ContiTrack si può dire che arriviamo nel mio campo, quello racing puro. La prima cosa che ho notato è stata la fiducia che mi hanno trasmesso in inserimento: una volta impostata la curva, la moto segue i comandi con precisione. Con gomme come queste è necessario fare forza nella maniera corretta su pedane e manubri per sfruttarne il potenziale, ma a quel punto la moto volta in maniera spettacolare.

Dopo la prima sessione abbiamo abbassato la pressione di circa 0,5bar e a quel punto ho trovato anche una gran confidenza col posteriore, percependo il lavoro di schiacciamento e flessione della gomma: per quanto mi riguarda, sono sensazioni fondamentali per trovare il limite di aderenza in uscita. Peccato solo che i freni di serie, che iniziavano a mollare dopo pochi giri tirati, non mi abbiano permesso di testarne la consistenza in una sessione di 10-12 giri, cercando di abbassare ulteriormente il best lap. Ottime slick, in ogni caso.

Comparativa tra gomme sportive Continental: conclusioni

Eravamo davvero curiosi di scoprire cosa sarebbe emerso da questo test, visto che di solito le comparative di gomme si fanno tra modelli della stessa tipologia, e non in maniera verticale, ovvero mettendo a confronto le prestazioni di coperture caratterizzate da diversi livelli di sportività.

Alla fine non ci sono state particolari sorprese per quanto riguarda i riscontri cronometrici – le slick, come ampiamente prevedibile, hanno battuto le racing intagliate, che a loro volta hanno letteralmente distrutto le stradali sportive. Per quanto riguarda le sensazioni di guida, invece, gli spunti di riflessione sono stati parecchi. Abbiamo così avuto l’ennesima conferma, casomai ce ne fosse stato bisogno, che la scelta delle gomme, su una moto sportiva, andrebbe sempre fatta in base all’uso che se ne intende fare e alle proprie obiettive capacità di piloti, invece che seguendo la moda o facendosi tentare dalla voglia di montare i pneumatici più tecnici e appiccicosi del mercato, pur non avendo le capacità per sfruttarli.

Per quanto riguarda le sportive stradali, rappresentate qui dalle ContiSportAttack 4, si sono confermate gomme in grado di reggere l’uso in pista, nonostante le condizioni del nostro test fossero il peggio che potessero augurarsi – caldo torrido e una quasi 200cv alla ruota da gestire. Certo, i loro principali punti di forza, in circuito, sono cose come il feeling immediato, la confidenza o la chiarezza con cui vi comunicano i loro limiti, e dunque alla fine non gli si può chiedere molto altro se non del sano divertimento, senza pretese di tempi sul giro.

Le gomme racing sono una spanna sopra

Tutt’altro discorso per le coperture racing, in questo caso le ContiRaceAttack 2 Street. Nonostante l’omologazione per l’uso stradale, hanno dimostrato di non sottostare a compromessi in fatto di grip e caratteristiche adatte a farvi andare forte in pista. Per quanto ci riguarda, sono quelle che consiglieremmo a chiunque non faccia il pilota, ma voglia delle coperture in grado di reggere la potenza di una maxisportiva. Le prestazioni, in quanto a grip, feeling e capacità nella guida al limite, sono di tutt’altro livello rispetto alle sportive stradali. Anzi, a dirla tutta, non le abbiamo trovate nemmeno così lontane rispetto alle slick. Senza contare che queste Continental, dettaglio non da poco, a fine trackday le potete usare anche per tornarci a casa.

Infine abbiamo le slick. Nel nostro caso le Continental ContiTrack si sono confermate quel che ci aspettavamo; semplicemente il massimo se avete il manico e le capacità per tirare fuori tutto il potenziale dalla vostra race replica in pista. Sono gomme molto tecniche, ovviamente, non adatte a tutti, e onestamente non hanno molto senso se non andate veramente forte. Ma se siete di quelli che girano sui 2’ netti al Mugello e i vostri weekend sono fatti sempre di pane e termocoperte, un bel treno di slick come queste Continental vi darà grandi soddisfazioni.