Con le RoadAttack 4, Continental sostiene di aver dato vita a un nuovo segmento di gomme da moto, quello delle “hyper-touring”. Interessante, ma cosa significa? Lore è andato a indagare, in strada e in pista…
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C’erano una volta le gomme sportive e quelle turistiche. E ci sono tuttora, a dirla tutta. Col passare degli anni, però, le moto che guidiamo sembrano sempre meno inclini a lasciarsi incasellare in categorie nettamente distinte. Un esempio fra molti? Pensate all’avvento delle crossover, di ogni cilindrata, potenza e prezzo – moto che potremmo definire come “tuttofare”, e che come tali riescono a soddisfare le esigenze di tipi di motociclisti anche molto diversi. Naturalmente i produttori di pneumatici non sono stati a guardare. E così anche in questo campo si è assistito allo svilupparsi di prodotti che in teoria nascerebbero come “turistici”, ma che alla massima versatilità di utilizzo e alla capacità di assicurare chilometraggi elevati, affiancano doti sportive sempre più spiccate.
Continental RoadAttack 4: la nascita di una nuova categoria di pneumatici?
A questa categoria di gomme, indicate come “sport touring”, appartengono anche le Continental RoadAttack 3. Con le nuove RoadAttack 4, che proverò tra poco a Varano de’ Melegari – in pista e sulle strade da pieghe nei dintorni – il costruttore tedesco afferma però di essersi spinto oltre, inaugurando una nuova categoria di pneumatici denominata “hyper-touring”. Per chi non lo sapesse, la dicitura non è campata per aria, dato che prende ispirazione dal segmento “hyper-sport”, nome con cui più o meno tutti i produttori di gomme indicano le coperture stradali dedicate all’uso “allegro” di naked e sportive.
Dettagli tecnici
La rivelazione a effetto, ovviamente, viene corredata da una nutrita spiegazione a opera degli uomini del marketing di Continental. Stando a quanto dicono, le RoadAttack 4 sarebbero un nuovo riferimento in termini di chilometraggio, comfort e aderenza sul bagnato; coniugando con queste caratteristiche un livello di feeling e capacità sportive non comuni per la tipologia di prodotto.
Rispetto alle RoadAttack 3, che restano a listino come seconda fascia, cambiano principalmente mescole e disegno del battistrada. Le prime sono studiate per dare il massimo sul bagnato e, in generale, in condizioni di asfalto non ottimali – tanto che Continental dichiara un tempo migliore di 3 secondi su un giro da 90 di una pista allagata. Il disegno del battistrada, oltre a contribuire a quanto appena detto, e pur con un rapporto pieni-vuoti non estremo, guadagna due fasce prive di intagli: una centrale per aumentare il chilometraggio, e una sull’estremità delle spalle, in corrispondenza di angoli di piega oltre i 40°, per offrire più grip e confidenza nella guida all’attacco.
Tra le diverse tecnologie peculiari di Continental, poi, sulle nuove RoadAttack 4 ne ritroviamo due delle più distintive: MultiGrip e TractionSkin. La prima identifica una tecnologia monomescola (applicata sia all’anteriore, sia al posteriore) che grazie a un particolare metodo produttivo con temperature differenziate, consente di ottenere le proprietà di un pneumatico multimescola, ma senza zone di transizione. La TractionSkin, invece, simboleggia l’assenza di cere distaccanti per separare i pneumatici dagli stampi durante la produzione, riducendo praticamente a zero la necessità di rodaggio.
Continental RoadAttack 4: assaggio in pista
Il mio primo approccio con le RoadAttack 4 avviene in pista a Varano de’ Melegari, in un tiepido pomeriggio, con poco meno di 20° nell’aria. Tutte le moto a disposizione sono gommate a nuovo e, mentre molti si lanciano sulle medie naked, per un approccio un po’ soft, io scelgo di iniziare il test da una S1000R.
Il primo impatto con le Conti è caratterizzato dalla solita, piacevole sensazione di non doversi preoccupare della cera. Un minimo di attenzione iniziale è comunque consigliabile, ma prima ancora della fine del primo giro, dunque in meno di 2km, sono già col ginocchio a terra. Merito anche del pochissimo tempo necessario a raggiungere il range di temperatura corretto per il funzionamento e di un anteriore che regala tanto feeling. Neutro nelle reazioni come da tradizione Continental – dunque né appuntito e super svelto, né progressivo al punto di scadere nella pigrizia – col passare delle curve mi ricorda sempre più quello delle SportAttack4, anche in termini di fiducia ad angoli di piega decisamente più sportivi che turistici.
Guida all’attacco
Nei turni successivi spingo sempre di più, ricavando altri spunti interessanti; per esempio riguardo la stabilità e il grip dell’anteriore nelle staccate “vere”: sono entrambi ottimi, anche se non al livello di gomme puramente sportive. La differenza, in tutta franchezza, non è abissale, ma sufficiente a rassicurare il mio orgoglio di tester e smanettone: come avrei potuto tornare in redazione raccontando di non aver trovato limiti a una gomma turistica… in pista? In ogni caso, di feeling davanti ce n’è a sufficienza per riuscire a tirare in serenità a ritmi che questa mattina non avrei minimamente preventivato.
E il posteriore? Lo metto alla prova guidando in sequenza una Street Triple RS, una F900R e una MT-09, insistendo sul gas in uscita dalle curve per capire quanto grip possa offrire. Risultato? Con medie cilindrate e potenze, e l’aiuto dei traction control settati al minimo, le RoadAttack 4 non vanno particolarmente in difficoltà. Anzi, l’aderenza del posteriore rimane più o meno sempre sotto controllo, senza perdite improvvise, e ricevo anche un buon feedback sia al massimo angolo di piega, sia in trazione. Certo, con qualche giro tirato si sente che l’elettronica deve intervenire di più per compensare una mescola che va surriscaldandosi, e a fine giornata, con intagli così profondi e fitti, il consumo non è un esempio di regolarità. Ma stiamo parlando pur sempre di gomme con una forte vocazione turistica, che in teoria in pista non dovrebbero nemmeno metterci il naso.
Continental RoadAttack 4: conferme su strada
La prova stradale va in scena la mattina successiva, con quasi 10° in meno nell’aria, nebbia e strade sporche. Praticamente lo scenario ideale per mettere in luce le doti delle Conti. Sì, perché se è vero che in termini di feeling sportivo trovo ulteriori conferme rispetto al test in pista – anche alle andature meno estreme della guida su strada – in condizioni di asfalto non ottimali emergono i vantaggi della progettazione touring.
Anche al freddo le RoadAttack 4 danno parecchia fiducia, così come sui tratti umidi o sporchi e sui cambi d’asfalto. Ne ho la prova quando, dopo aver perso il gruppo smanettando sull’elettronica della Yamaha MT-09 su cui sono appena salito, parto, mi metto a tirare per recuperare, e mi ritrovo praticamente subito a grattare le saponette. Ciò che mi stupisce, in particolare, sono le tempistiche. Per capirci, sono abbastanza sicuro che, con gomme sportive stradali, ci avrei messo molto di più prima di prendere il ritmo dopo una partenza a freddo, mentre con delle strada-pista forse non mi sarei nemmeno goduto appieno la guida in condizioni così al limite.
Quindi, come sono?
Ammetto di essere rimasto impressionato dalla versatilità di queste nuove Continental RoadAttack 4. In contesti ideali garantiscono sensazioni (e velocità tra le curve) paragonabili a quelle di coperture più specificamente sportive, ma allo stesso consentono di tenere ritmi di tutto rispetto, e in sicurezza; pure quando strada e clima sembrerebbero coalizzati contro qualsiasi velleità da smanettoni. Se dunque amate la guida all’attacco, non frequentate la pista (che in questo caso è stata più che altro un utile teatro di prova) e usate la moto praticamente per tutto l’anno, queste RoadAttack 4 potrebbero essere la scelta giusta per voi. Forse non rappresentano la scoperta dell’acqua calda, come farebbero pensare alcune dichiarazioni di Continental riguardo al concetto di hyper-touring. Tuttavia, di sicuro sono tra le gomme turistiche più sportive che abbia provato.