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Motori dotati, ciclistiche sportive e contenuti tecnologici da race replica – una volta quella delle nude di media cilindrata era la categoria dei compromessi, ma tante cose sono cambiate. Così come tre delle più caratteristiche e iconiche rappresentati europee del segmento. Abbiamo preso le versioni 2020 di Street Triple RS e Dragster 800RR, abbiamo buttato nella mischia la nuova F900R, e ci siamo lanciati in una comparativa di medie naked alla ricerca della perfetta arma da weekend…
Testo: Aigor, Lore Foto: T. Maccabelli
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Quella delle medie naked è senza dubbio una delle categorie motociclistiche che hanno visto l’evoluzione più virtuosa nel corso degli anni. Mentre la classe delle supersportive 600 si è ormai quasi estinta, anche a causa dell’impossibilità di garantire prestazioni sensate rispettando le sempre più severe normative Euro, le medie naked, non dovendo sottostare ai limiti di cubatura per la partecipazione ai vari campionati, hanno iniziato a rispondere a colpi di cilindrate maggiorate a ogni ulteriore restrizione sulle emissioni – risolvendo di fatto ogni problema.
La questione è che, anno dopo anno, evoluzione dopo evoluzione, si è arrivati a un punto in cui, quelle che una volta erano considerate poco più che delle semplici vie d’accesso al mondo del motociclismo sportivo, si sono trasformate in mezzi molto raffinati, dotati di prestazioni di tutto rispetto, e con contenuti, sia a livello tecnologico, sia per la qualità della componentistica, da soddisfare le aspettative anche degli smanettoni più esigenti.

Professionisti al lavoro… o così dicono
Aggiungeteci la versatilità e la facilità di guida tipiche delle nude, la postura più rilassata, la spiccata attitudine al teppismo e l’innegabile appeal estetico, e capirete come mai questo tipo di moto abbia riscosso sempre più successo nel corso degli anni, mentre le colleghe medie sportive sono quasi scomparse. E capirete anche come mai ogni comparativa di medie naked, per noi è ormai diventata motivo di spasso assoluto e senza compromessi.
Adrenalina post-lockdown
Questa sfida a tre tra Triumph Street Triple RS, MV Agusta Dragster RR e BMW F900R non ha fatto certo eccezione. Anzi, tenendo conto che ha segnato il ritorno in sella dopo due mesi di lockdown da coronavirus, è stata probabilmente tra le più adrenaliniche ed emozionanti della nostra carriera di giornalisti-tester. L’articolo completo di ben 16 pagine è SuperBike Italia di maggio-giugno 2020, in edicola, in versione digitale o acquistabile direttamente qui, sul nostro sito.
In attesa di leggerlo, oltre al video con le prime impressioni e le immagini in azione (oltre ad alcuni divertenti errori e backstage…) che potete vedere premendo sul tasto play in cima a questa pagina, qui di seguito trovate le opinioni generali su ogni moto di Lore.
BMW F900R: preconcetti sbriciolati
Memore dell’indole fin troppo pacata, per non dire noiosa, della vecchia F800R, non avevo grandi aspettative sulla F900R, e invece mi sono dovuto ricredere: è davvero molto cambiata – non solo esteticamente. Il nuovo bicilindrico parallelo suona praticamente come un V2, ha più cavalli e tira con più grinta fin dal minimo, ma sempre con una curva di coppia piatta e fluidissima. Oltre a questo la tecnologia di bordo (coi pacchetti optional installati) è a livello di moto di categoria superiore e la posizione di guida è più sportiva, pur restando comoda per qualsiasi contesto.
Forse avrei preferito una sella più bassa tra le cinque disponibili rispetto a quella “extra alta” del nostro esemplare, ma questo non mi ha impedito di consumare saponette e aggredire le curve in scioltezza ogni volta che ho guidato la BMW. Cosa mi è piaciuto di più? Il senso di confidenza immediata, la strumentazione TFT da 6,5” e la combinazione tra la taratura di serie della forcella non regolabile e l’azione del mono semiattivo. Ok, mancano pur sempre un po’ di cavalli (e un po’ di ignoranza nell’erogazione) per renderla eccitante (e teppistica) come le sue due avversarie, ma tra le medie naked di questa comparativa, per l’uso a 360° e non solo sportivo, per me è la più sensata del trio.
MV Agusta Dragster RR: fuori di testa, con qualche pecca
Un design da museo d’arte moderna, cerchi a raggi, la gomma posteriore extra large da 200: la Dragster RR è una delle moto più esagerate che esistano. Ma non è solo questione di estetica: anche il ruggito del motore è roba da far drizzare i peli sul coppino, così come il suo cambio di passo dai medi agli alti, quando mette sul piatto tutta la potenza di cui è capace. Alla guida è tanto coinvolgente ed eccitante da arrivare quasi a sopraffare i sensi, e sui percorsi giusti, con asfalti belli lisci, è senza dubbio un’arma affilata e velocissima.
Personalmente non mi ha convinto l’ergonomia, con le pedane relativamente basse, unite a manubri larghi ma non così alti come si vorrebbe su una naked, a un piano di seduta corto e avanzato e al gruppo dello scarico che interferisce col piede destro nella guida sportiva. È vero, dopo un po’ ci si abitua, ma le due avversarie sono comunque più comode e sensate. Più difficile invece abituarsi alla strumentazione “vecchia scuola”: il cruscotto LCD è obsoleto, mentre i tasti sul manubrio sinistro sono praticamente inutilizzabili mentre si guida. Non bene per una moto da oltre 18.000 euro…
Triumph Street Triple RS: sportiva senza carene
Riprovando la Street Triple RS sulle mie strade da pieghe preferite in questa comparativa di medie naked, a distanza di qualche mese dalla presentazione stampa in Spagna, ho ritrovato la stessa, magnifica sportiva scarenata. Il tre cilindri inglese è senza dubbio uno dei punti di forza, col suo raffinato modo di fondere cavalleria, doti di allungo da sportiva e impeccabile fluidità di erogazione. Su questa 2020 c’è in più anche una schiena ai medi che sul modello precedente era riservata alla versione R, a tutto vantaggio della spinta fuori dalle curve lente e delle doti da hooligan di prima categoria.
Al motore si accompagna un feeling di guida sopraffino, con qualche pecca giusto sullo sconnesso per via dell’assetto di serie decisamente più votato a dare il meglio sugli asfalti lisci. E poi ci sono freni assolutamente all’altezza della situazione e un’elettronica di bordo completa e personalizzabile. Insomma, per me la Street Triple RS era e resta una delle migliori moto che i soldi possano comprare. Difetti? Anche dopo mesi, non c’è una sola delle nuove grafiche della strumentazione che mi convinca…