Dopo aver acquistato una moto, nuova o usata che sia, sarà meglio assicurarsi che sia al massimo della forma fin dall’inizio. Ecco i 10 passaggi da affrontare perché la nuova belva sia in perfettamente efficiente.
Acquistare una moto nuova o usata è sempre un rito emozionante che necessita di essere piuttosto smaliziati. Che la nuova moto sia realmente nuova di fabbrica oppure usata è sempre meglio frenare gli istinti più forti, che spingono a saltare in sella e macinare chilometri fin da subito, in favore di una sana e scrupolosa verifica preliminare.
Questa verifica vale sia per le moto uscite dal negozio a zero kilometri, sia – a maggior ragione – per quelle usate, non importa se arrivano da un privato o da un venditore che dovrebbe garantirne la perfetta efficienza. Non si tratta di interventi da maghi della meccanica, ma controlli di buon senso che ciascuno deve saper fare per poter godere della propria moto in piena sicurezza.
1. Pressioni
Ogni moto fonda la propria capacità di movimento sulle prestazioni dei pneumatici che monta. Nessuno sa come, quando e quanto questi siano stati gonfiati l’ultima volta; quindi, il primo controllo da fare è proprio quello della pressione delle gomme. Gonfiare secondo le pressioni consigliate dal costruttore e non dal forum internet di esperti tuttologi. Comprare un buon manometro e usarlo regolarmente, sempre a pneumatico freddo.
2. Livelli dell’olio
È sempre bene tenere sott’occhio il livello dell’olio motore, sia su una moto nuova, sia su una usata. Qualche volta, in fabbrica, ne viene immessa una quantità leggermente superiore al massimo. Dunque, con la moto verticale, e a non meno di dieci minuti dallo spegnimento del motore, controllare il livello dell’olio. In caso di dubbio, meglio consultare il manuale di uso e manutenzione o il rivenditore.
Cercare, inoltre, di eseguire il primo tagliando quanto più vicino possibile al limite chilometrico indicato. Spesso nei motori nuovi di fabbrica viene usato un olio specifico per il rodaggio, che non ha le prestazioni di quello usato normalmente (ma questo era vero più che altro in passato). In ogni caso, il motore nuovo e dunque ancora in fase di assestamento, produrrà molti più residui metallici che in tutto il resto della sua vita, inquinando e deteriorando prima le caratteristiche dell’olio motore.
3. Fluido dell’impianto frenante
Assicurarsi che i livelli del fluido nei serbatoi – anteriore e posteriore – dell’impianto frenante siano al massimo, così come quello del refrigerante. Soprattutto quest’ultimo, sulle moto nuove, è spesso un po’ sopra il massimo. Verificarne il livello nel vaso di espansione, sia a caldo che a freddo agendo di conseguenza.
4. Tensione catena
Nonostante siano nettamente migliorate rispetto al passato, le catene nuove si allungano fisiologicamente, durante le prime centinaia di chilometri di rodaggio. Un buon indicatore di una scarsa tensione della catena è un “clonk” eccessivo quando si inserisce la prima, e una risposta al gas molto brusca a bassa velocità.
Sul manuale d’uso è riportato il corretto modo di misurare la tensione. Assicurarsi che l’allineamento sia rispettato, quindi ricontrollare la tensione dopo aver serrato il dado del perno alla corretta coppia, visto che la catena si sarà tesa per via dell’azione della molla sul forcellone.
5. Lubrificate le maglie
I perni della catena dovrebbero sempre essere rivestiti da uno strato di lubrificante, quindi non vanno trascurati. Se i perni sono lucidi e di colore argento, significa che c’è contatto tra metallo e metallo. Evitare di applicare troppo lubrificante, è meglio metterne poco e di frequente, usando un vecchio straccio per evitare di spruzzare olio su gomma, forcellone e interno delle carene.
6. Regolazione delle leve
Regolare le leve secondo le proprie necessità. Solo perché le leve dei freni, della frizione, e del cambio hanno quella certa angolazione quando escono di fabbrica, non significa che si adattino ai propri gusti. È possibile che ci vogliano un po’ di tentativi prima di arrivare alla posizione corretta, che cambia secondo l’altezza di ciascuno, ma vale senz’altro la pena provarci. Il risultato sarà una moto più adatta a sé stessi.
7. Il cavo acceleratore
Il cavo dell’acceleratore lento rende difficoltosa la guida. Se non succede nulla quando si dà il gas, si cercherà di accelerare il processo facendo ruotare la manopola ancora di più, causando un’improvvisa accelerazione non appena si sarà esaurito il gioco. Eliminare quanto più gioco possibile estendendo le viti di regolazione, che di solito sono poste sotto al cablaggio del comando dell’acceleratore.
Serrare il dado di tenuta, ed avviate il motore. Al minimo, ruotare lentamente il manubrio da un estremo all’altro. Se il regime di rotazione aumenta, allentare un po’ i cavi, controllandone il percorso. Spegnere il motore e, come ultimo controllo, ruotare la manopola e rilasciarla: si dovrebbe udire uno “snap” deciso di chiusura.
8. Il cavalletto da officina
Montare i nottolini per il cavalletto da officina, e comprarne uno di qualità. Magari ci vorrà un po’ di tempo prima di riuscire ad infilarlo alla svelta, ma c’è un metodo. Farsi aiutare da un amico, all’inizio. Un cavalletto da officina faciliterà la vita in maniera notevole, soprattutto per quelle operazioni tipo lubrificare la catena, pulire la moto, eccetera. In più, i rocchetti sul forcellone fanno da protezione in caso di caduta.
9. Rodare le gomme
Ora che tutto è pronto per andare a fare un giro, se la moto è nuova bisognerà rodare le gomme. Si può prendere una scorciatoia, passando una mano di carta vetrata su una fascia di circa 5 centimetri da ciascun bordo del battistrada verso l’interno, rimuovendo lo strato di cera presente, quindi uscire su strada ad andatura circospetta verificando che tutto sia in ordine. In alternativa liberarsene un po’ alla volta, guidando con prudenza come se ci si trovasse su una strada completamente bagnata, ma che si va gradatamente ad asciugare.
10. Un ultimo consiglio
Quest’ultimo è fondamentale: eseguire tutti i passi precedenti costantemente, e la moto resterà più a lungo nelle stesse condizioni in cui è stata ritirata. È impossibile controllare qualcosa con troppa frequenza, mentre è facile dimenticarsene del tutto. Molto importante è anche ricordarsi di pulirla spesso: su una moto pulita si vedono meglio perdite e trafilaggi. Sicurezza, estetica e manutenzione ne trarranno giovamento.
Cinque dritte extra
1. Regolare le sospensioni
Proprio come le leve, anche le sospensioni difficilmente saranno tarate in modo soddisfacente. Pensare bene a cosa si vuole fare, e annotare i settaggi originali di tutto ciò che si andrà a modificare (un valore per volta). Ogni tanto è bene riportare tutto alla configurazione di fabbrica, per accertarsi di fare progressi, e non il contrario.
2. Pulita e protetta
Sul mercato c’è un’infinità di prodotti per la protezione della moto, dalle cere lucidanti per le carene, agli olii protettivi per la viteria, ai fogli adesivi per proteggere le sovrastrutture. Servono tutti per farla sembrare nuova più a lungo.
3. Attenzione alle pastiglie
Le pastiglie dei freni hanno bisogno di qualche tempo per assestarsi. La qualità della frenata sarà scadente, per un po’ di chilometri, quindi mantenere una prudenziale distanza di sicurezza dai veicoli antistanti.
4. Mantenere la calma
Mentre si sta controllando la moto, se si trova qualche problema, ricordarsi di essere ragionevoli e tolleranti nei confronti del personale della concessionaria. Affrontare le difficoltà con un approccio orientato al dialogo ed alla diplomazia non farà altro che rendere la propria posizione più accettabile senza per questo dover rinunciare ai propri diritti di consumatore.
5. Come fare il rodaggio?
C’è una scuola di pensiero che sostiene che un modo di rodare una moto è quello di usare il motore ad alti regimi per i primi 40 Km, seguiti subito dopo da un cambio d’olio. Questa è una tecnica usata nelle corse per evitare la formazione di strati vetrificati sulle canne dei cilindri, e migliorare la tenuta ai gas dei segmenti del pistone. Tuttavia, non ci sono prove strumentali a suffragio di questo metodo, almeno per moto stradali che devono percorrere molti chilometri senza una completa revisione. Se però la moto è solo pista allora ci si può provare.